Anche libero va bene

di Kim Rossi Stuart

con Kim Rossi Stuart, Barbora Bobulova, Alessandro Morace, Marta Nobili
Italia 2006

recensione a cura di A. Ermini 

E’ un film che dovrebbero vedere tutti i genitori, specialmente quelli il cui rapporto è incrinato. Vi si parla del disorientamento che colpisce la famiglia, visto con gli occhi ed il cuore di Tommaso (Alessandro Morace), un tenerissimo, e bravissimo, undicenne. Nel caso specifico la coppia va in crisi perché Stefania (Barbora Bobulova), immatura e psicolabile, non riesce a fare la moglie e la madre, e nonostante i tentativi di tornare sui suoi passi, finisce per abbandonare il marito e i due figli, il bambino e una ragazzina di poco più grande. Il padre Renato (Kim Rossi Stuart), si fa carico dell’organizzazione del menage familiare e dell’educazione dei ragazzi, ma nonostante le buone intenzioni non riesce a tenerli fuori dalle frustrazioni lavorative e soprattutto dal rancore che nutre verso la moglie, specialmente il maschio su cui riversa le sue ambizioni. Non si tratta di disamore, perché nonostante tutto entrambi, a suo modo anche la madre, vogliono loro bene. Si tratta piuttosto di immaturità di fronte alle responsabilità che la vita propone e di incapacità degli adulti a mettersi dal punto di vista dei bambini, anche se il film si chiude con una nota di speranza, racchiusa nella frase, presa dal gergo calcistico, che da il titolo all’opera prima del regista.
E’ un film che si confronta con un tema, il dolore dei piccoli, difficile a trasporre sullo schermo senza andare fuori misura, ed è merito del regista esserci riuscito bene con l’aiuto degli attori, in particolare il giovanissimo Alessandro. Si dice che non sia facile dirigere i bambini, ma credo che quando si chiede loro di interpretare se stessi ed il proprio sentire nelle vicende familiari, non ci sia bisogno di recitare. Certe espressioni del volto, lo spavento di fronte alla collera dell’adulto, il dolore muto che implode, sono identici in ogni bambino. Benemeriti allora quei padri e quelle madri che pur nelle difficoltà di una separazione riescono a non caricare i figli di un dolore supplementare.

[16 maggio 2006]