Era mio padre

di Sam Mendes, USA, 2002

“Era mio padre”: maschi capaci di essere padri e figli
A cura di Marcello Menna

Il difficile legame tra padri e figli: per viverlo occorre prima di tutto scegliere. Il gangster e padrino John Rooney scelse in passato di far da padre a Michael Sullivan. Differentemente il figlio carnale di John, Connor, non accetta la sua condizione filiale. Per questo uccide la famiglia del suo rivale Sullivan: era invidioso del rapporto paterno che non è mai riuscito a vivere, quello intercorso tra il padrino e il figlio adottivo Sullivan. In seguito alla tragedia, si evolve la storia affettiva tra Michael Sullivan e suo figlio Michael jr..Il padrino decide di uccidere i superstiti padre e figlio. Nel lungo viaggio in fuga dalla morte, i due protagonisti scoprono l’importanza di una relazione padre-figlio, fino a quel momento evitata, per vivere con cuore adulto e responsabile. Per affrontare l’amore e le difficoltà che legano padri e figli, e non solo in senso famigliare. 

Il rapporto che lega i due Sullivan all'inizio del film è molto flebile: Mike non conosce il mestiere mafioso del padre finché non si impegna a seguirlo, di nascosto, durante un regolamento di conti. In seguito Michael jr non condividerà la vita violenta del padre, ma la necessità e la comunanza del dolore li costringeranno al riavvicinamento, senza che nessuno dei due rinunci alla propria etica. Alla fine i due, soli e braccati da un sicario, scopriranno la ricchezza di un legame unico e irripetibile, difficile ma affascinante: il legame che unisce un padre e un figlio. Mike jr. avrà compreso che il proprio padre, prima di essere giudicato, va amato a qualsiasi condizione.

“Ogni padre è un eroe per il proprio figlio”.