Dal desiderio dei padri e dei maschi la libertà delle donne

di Cesare Brivio

Nell’intervista concessa a Marina Terragni (Corriere della Sera 23/12/2009) (leggi qui) il cardinale Scola sembra dare una interpretazione dei rapporti tra uomo e donna nella Storia come caratterizzati in prevalenza dalla volontà di dominio maschile sul femminile. La cifra interpretativa della Storia sembra essere in sostanza il rapporto di dominio dell’uomo sulla donna, e tale cifra pare emergere da più punti del testo fra cui per esempio la frase: “Che le donne si sottraessero ad una oppressione millenaria è stato giusto”. Oppressione millenaria: giudizio storico che a mio avviso fa parte degli idola fori di questi tempi. Dunque anche uno dei grandi pastori italiani della Chiesa contemporanea consente a questo pregiudizio? Ancora una volta Peguy e la sua considerazione che sono proprio i preti, i padri spirituali consacrati, a non capire, anzi a disprezzare il ruolo e il sacrificio dei padri (vedi qui), è amaramente valida anche oggi? Personalmente penso invece che se stiamo parlando in questo modo delle donne e delle loro attuali libertà è perché i padri, e gli uomini, hanno sempre dato se stessi e la vita per le donne e i figli. Nessun dominatore dà la vita per l’oppresso e tantomeno si riserva le condizioni di vita usuranti che rendono la propria vita più breve. Chi lo fa è il buon pastore. E i maschi nella Storia sono stati esattamente buoni pastori. Altrimenti la specie non avrebbe stravinto la sua battaglia di vita o di morte. E le donne non avrebbero raggiunto l’attuale livello di emancipazione. Non si può leggere astoricamente la condizione femminile del passato alla luce delle conquiste di oggi, attribuendo ai maschi l’arretratezza della condizione femminile di ieri come risultato della volontà di dominio. Come non chiamare questo tipo di lettura della Storia, se non un trucco, un vecchio inganno da strumentale propaganda? Proprio i maschi che, al contrario, hanno conseguito, e messo subito a disposizione della liberazione femminile, le conquiste del loro ingegno, del loro lavoro, del loro sacrificio, della loro buona volontà: uno dei dolori più grandi, forse il più grande, e responsabilmente inespressi del maschile (la tanto vituperata incapacità maschile di lasciarsi andare alle lacrime era ed è assoluta virile generosità), è stata la consapevolezza di non poter migliorare le condizioni di vita delle proprie figlie, mogli e compagne. Da questo dolore, da questo strazio è nata la spinta generosa, l’umanissima potente motivazione a creare di tutto, ad impegnarsi in tutto, a sacrificarsi in tutto per liberare il femminile dai limiti che la condizione naturale e le condizioni socioeconomiche storicamente date, rendevano all’epoca insuperabili. Non riconoscere questo dolore, non ammettere lo sforzo titanico dei maschi per liberare il femminile, è incomprensione grave, è giudizio infondato, è ingiustificato disprezzo della nobiltà d’animo dei padri e dei maschi che ci hanno preceduto. E’ arbitrario e superficiale porsi a ingiusti e malevoli giudici del sacrificio dei nostri padri per le donne. E’ anche delegittimare in primis la propria paternità, a qualunque titolo la si voglia interpretare. Questa rilettura storica, è semplicemente consentire alle false accuse del femminismo e può anche apparire come una delle innumerevoli ridicole e strumentali captatio benevolentiae cui il politycall correct ci costringere ad assistere oggi: nemmeno le donne ci credono a queste menzogne. Offendendo e misconoscendo la Storia eroica del dono di sé maschile verso il genere femminile, davvero non si fa opera di verità e non si cammina sulla strada di una più ampia libertà né per le femmine né per i maschi. E’ la riconoscenza il sentimento a cui si deve chiamare le donne per renderle capaci di effettiva liberazione del cuore e per dare ai maschi il merito storico che loro compete. La generosità eroica maschile bisogna saperla riconoscere soprattutto quando percorre come un filo rosso tutta la Storia dei rapporti tra i generi. Altrimenti, circa questo decisivo fatto umano che è la Storia del dono che da sempre gli uomini fanno alle donne sacrificando per loro la propria vita, si è semplicemente fuori della verità.

18-01-2010