Di fronte al referendum sulla fecondazione artificiale
"L'articolo di Franceso Agnoli che riproduciamo qui sotto, esprime il punto di vista dei credenti sulla legge che regola la fecondazione assistita.
Non occorre però aver la grazia della fede, seppure questa aiuti e dia senso ad una battaglia di civiltà giuridica e morale, per condividere le sue argomentazioni, come dimostrano i dubbi e le prese di posizioni di due atei, Giuliano Ferrara e Pietro Barcellona, che pur militano in opposti schieramenti politici.
Argomenti quali lo slittamento verso la fabbricazione artificiale degli esseri umani, l'indifferenza rispetto alla cruciale questione se l'embrione debba o meno essere considerato vita umana, il diritto di conoscere le proprie origini, di avere una madre ed un padre che assicurino la complementarietà necessaria per una crescita psichica equilibrata, la sottovalutazione del problema della salute psicofisica dei genitori e dei figli in provetta, ad esempio, coinvolgono temi di ordine simbolico, psicologico e pratico che dovrebbero toccare le coscienze di tutti e non solo dei credenti. Non basta allora attribuire tutte le responsabilità al business ed al mercato. Occorre chiedersi perchè la società stenti a porre un argine alle spinte economiche.
La risposta, come sottolinea Agnoli, sta nel prevalere di una cultura del nichilismo e dell'individualismo radicale che, eliminando dal proprio orizzonte ogni possibilità di ricercare valori condivisi, relativizza e rapporta tutto alle scelte individuali, tutte ugualmente legittime. E' per questo che la possibilità per la donna incinta di dare il figlio in adozione anzichè abortirlo, è scarsamente usata. E' per questo che la proposta del Prof. Risé di dare al padre la possibilità di crescere da solo il figlio che la madre voglia abortire, ha trovata ostilità in tante donne che hanno scritto al nostro sito.
Perchè, infatti, se ogni scelta è ugualmente lecita e moralmente indifferente, una donna dovrebbe preferire di portare a termine la gravidanza e vivere col pensiero che in qualche parte del mondo esiste un suo figlio che gioca, piange, ride, insomma che vive? Alla falsa coscienza dominante sembra molto più facile e comodo disfarsene prima che sia venuto al mondo. Sembra, perchè in realtà se un figlio sia pur sconosciuto tiene aperte le porte ad un immaginario sicuramente malinconico od anche doloroso ma pur sempre riferito alla vita, l'aborto chiude per sempre questo immaginario, e produce un lutto di morte.
Non stupisce che la sinistra, che da sempre si è fatta vanto di essere portatrice di valori collettivi e di solidarietà, in tema di "diritti civili" propugni l'individualismo più estremo. Non stupisce, perchè la solidarietà collettiva fondata solo sul comune interesse economico è fatalmente destinata a cedere il passo all'interesse individuale. La lotta di classe si trasforma in lotta di raggruppamenti d'interesse mobili e provvisori, e soprattutto "deve" venir abbandonata tutta l'impalcatura ideologica precedente, silenziosamente sostituita dal liberismo etico individualista. Che tanti militanti in buona fede non si accorgano della finzione in cui sono immersi e non si chiedano per quale concetto di libertà si stanno battendo, testimonia soltanto della profondità dei guasti prodotti dal materialismo".
A. Ermini
Di fronte al referendum sulla fecondazione artificiale.
Con la legge 40 del 2004, secondo la relazione del forzista Tredese, è stata riconosciuta in Italia la dignità e la tutela del concepito: di conseguenza è stata vietata la sperimentazione o intervento di clonazione sull'embrione umano, ivi inclusa la selezione eugenetica di stampo nazista (non per nulla vietata anche in Germania, dove il ricordo delle atrocità naziste è ancora vivo); è stato vietata la fecondazione ai singles, agli omosessuali, alle mamme-nonne e la fecondazione post mortem; è stata vietata la fecondazione eterologa e quella di un gamete umano con un gamete di specie diversa, onde evitare la creazione di ibridi e chimere; è stata limitata la possibilità della crioconservazione, vietata la possibilità di disfarsi di centinaia di embrioni bruciandoli con l'alcool(L'Unità 12/12/2003).
Vietando la fecondazione eterologa si è cercato di impedire quello che avviene in altri paesi, dove, come racconta il leghista Alessandro Cè, vecchio relatore alla Camera e strenuo difensore della vita, vi sono casi estremi in cui la fecondazione artificiale senza regole porta alla presenza contemporanea di due padri, quello genetico e quello affettivo, e di tre madri, madre genetica, madre affettiva e madre gestazionale.
Non ci deve allora stupire il fatto che una legge improntata ad un certo rispetto per la vita nascente sia caratterizzata da una serie di divieti. Prima della legge, infatti, in assenza di qualsiasi norma, tutto era permesso: gli studi medici che si occupavano di fecondazione artificiale, in particolare quelli privati, erano delle specie di laboratori di Frankenstein dove ogni sperimentazione sull'embrione era lecita e possibile, e dove ogni medico si improvvisava stregone.
Avveniva esattamente quanto sostenuto e condiviso dall'allora europarlamentare DS Gianni Vattimo: " ..c'è il rischio che degli embrioni si faccia commercio, che si operino manipolazioni illimitate, tali, si sottintende, da creare mostri, individui adibiti a deposito di organi per trapianti, schiavi. Potrà apparire scandaloso, ma non lo è poi tanto: dell'embrione come tale non ci importa nulla" (la Stampa, 6/2/'99). Oppure c'erano gli esperimenti del dottor Antinori, ginecologo romano che porta al punto giusto gli spermatozoi immaturi nei testicoli dei topi (come saranno, tra vent'anni le già 4 creature nate in tal modo?); o proposte (solo proposte?) come quella di inseminare artificialmente una scimmia con seme umano, al fine di produrre ibridi, esseri subumani da destinare a mansioni di lavoro ripetitive o sgradevoli, o come serbatoi di organi da trapianto&In Cina e in America tali proposte sono state realizzate con la creazione di un uomo-coniglio e di un embrione-mucca, inserendo DNA umano in ovuli di mucca (Sì alla vita, ottobre 2003), mentre in altri paesi, si assiste, ad esempio, ad esperimenti come quello portato a termine in Gran Bretagna, dove i medici hanno testato la data di "scadenza" di seme maschile sulla pelle di una povera donna e di un futuro, povero, bambino, impiantando seme crioconservato da ben 21 anni (Tiscali notizie, 25/5/2004): con quali effetti lo sapremo solo tra degli anni.
Gli esempi di questa cultura prometeica, portata avanti anche da scientisti italiani come la Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco, Umberto Veronesi, Antinori e Flamigni, per cui l'uomo ritiene di essere onnipotente e di poter addirittura, non solo uccidere con l'aborto, ma anche manipolare la vita a suo piacimento, oltre a quelli citati, sono molti altri: "Transessuale adotta un bambino"; "Errore in provetta, nasce ermafrodito"; "Primo bebè figlio di due madri"; "Rottamazione della famiglia: due papà, nessuna mamma"& (Il Giornale 31/1/'98; 16/1/'98; 15/6/98; La Padania, 5/11/99); "Adozioni ai gay: è possibile" (Alto Adige, 4/3/99). Riguardo a quest'ultimo problema si assisteva ad avvenimenti di questo tipo: " Anche in Italia figli dal Kit Inseminazione. Lo chiamano il kit "fai da te". Ma non è un gioco. Poiché grazie a un siringone sterile e alla provetta per conservare sperma prodotto in casa, in Italia sono già nati dei veri bambini: Titti De Simone, presidente Arcilesbica (e parlamentare comunista ndr.) lo annuncia con orgoglio e un pizzico di sfida. Il kit dell'autoinseminazione artificiale l'hanno inventato loro, le associazioni delle lesbiche&Spiega serafica: "Alle coppie lesbiche o alle donne single non è possibile accedere alle banche del seme per ora. Noi allora proponiamo una soluzione alternativa. Di trovarsi da sole dei donatori e da sole in casa praticare l'autoinseminazione artificiale". Sembra un film. Ci hanno già fatto sopra dei film. Ma sino ad oggi di bambini veri non se ne era mai parlato. Non in Italia perlomeno. In Inghilterra il dibattito si è aperto poco più di due anni fa. Aveva 23 anni la donna che viveva da sola e che da sola decise di inseminarsi in casa con una siringa. La sua bimba venne al mondo nel dicembre 1995 grazie allo sperma di un amico, gratuito. Cinque sterline è stata la modica cifra pagata da una coppia di lesbiche sempre in Inghilterra nel 1997. Loro il donatore se lo trovarono con un annuncio sul giornale. Identico il sistema di inseminazione. Una siringa, una provetta e un paio di guanti. Dei nostri bimbi nati senza padri o con due madri con il kit casalingo non si sa invece nulla o quasi. Eppure esistono anche in Italia" (Corriere della Sera). La legge 40 del 2004, che pone fine al cosiddetto Far West della genetica, è passata grazie al voto della maggioranza di centrodestra (FI, Lega, UDC e AN), compatta ad eccezione di pochi nomi (Mussolini, Del Pennino, Santanchè, Contestabile, Prestigiacomo e Boldi), con la opposizione durissima di radicali, Di Pietro, e del centrosinistra (DS, RC, SDI, Comunisti Italiani, Verdi), ad eccezione di una manciata di esponenti della Margherita (al Senato 17 sì su 36 senatori). La spaccatura nella Margherita è stata determinata dalla ferrea opposizione a qualsiasi forma di collaborazione alla legge da parte della corrente di Prodi, sedicente cattolica, guidata da Arturo Parisi, Giulio Santagata e Marina Magistrelli, e da altri esponenti di spicco come il vice presidente dei senatori Natale D'Amico ed Enzo Bianco. Il centro sinistra ha criticato la legge, minacciando subito il ricorso al referendum abrogativo, e affermando che "siamo tornati in un'epoca buia di veti e imposizioni, medievale" (l'Unità, organo dei DS, 13/12/2003); definendola "bestiario in 18 articoli" (Manifesto), segno di "oscurantismo" (Repubblica); "una pagina nera per la democrazia in Italia" (Liberazione, organo di Rifondazione comunista). Sostanzialmente critico anche il giornale del grande capitale italiano, il Corriere della Sera, che abbiamo già visto schierarsi, a suo tempo, a favore dell'aborto. In un editoriale di Piero Ostellino, intitolato Gli Inutili steccati, evitato ad arte qualsiasi ragionamento concreto, si afferma : "Personalmente non ritengo che fra i compiti dello Stato ci debba essere quello di preservare il concetto di Natura". Il che equivale a dire che ogni arbitrio umano è lecito, evidentemente, in ogni campo, e che lo Stato non deve tutelare nulla di ciò che è naturale, dalla vita degli embrioni a quella -perché no?-, degli adulti. Lo stesso ragionamento allora dovrebbe essere usato per contrastare le leggi dello Stato che tutelano la natura e la salute umana dai campi magnetici delle radio e delle antenne, dall' inquinamento dell'aria e delle acque, dalla manipolazione eccessiva degli organismi geneticamente modificati ecc. Il "pericolo" più grave, urlato dalle colonne di tutti i giornali dalle forze un tempo abortiste, oggi fecondazioniste, ma, purtroppo, assolutamente assente, come ha dichiarato l'ex democristiano Follini (fedele alla linea pilatesca dei vertici della vecchia DC, Moro in primis, che lo ha sempre contraddistinto), è che questa legge, riconoscendo dignità e tutela all'embrione, possa mettere in discussione anche quella sull'aborto.
La lamentazione, tanto infondata quanto volutamente allarmistica, lanciato da l'Unità, è emblematica: " a meno che anche la legge sull'aborto venga prima o poi rivisitata. Come d'altro canto dichiarato senza giri di parole da monsignor Tonini e da Maurizio Ronconi dell'Udc" (l'Unità, 12/12/2003) (nella foto: aborto al terzo mese per aspirazione). Chiarissimo anche il manifesto del Collettivo femminista Mafalda, inviato via internet a italy. Indymedia.org mentre la legge era in discussione (31 ottobre 2003), intitolato Antiabortisti tremate le streghe son tornate. Vi si legge tra l'altro che le streghe "erano le donne che praticavano gli aborti, contrapponendosi alla clandestinità e alla macelleria di quanti lucravano sulla salute delle donne. Le streghe sono state bruciate. Sono diventate il capro espiatorio di una società ignorante ed oscurantista& Oggi, 31 Ottobre del 2003 , noi giovani donne del collettivo femminista Mafalda facciamo nostra l'eredità delle streghe medievali, ci rivendichiamo nuove streghe di fronte ai pesanti e continui attacchi di questo governo fascista e oscurantista che con la nuova proposta di legge sulla procreazione medicalmente assistita torna a mettere in discussione il diritto all'aborto&La nuova proposta di legge del governo Berlusconi, definendo l'embrione come soggetto giuridico, consente l'istituzione della figura del curatore dell'embrione, che in nome del diritto a nascere, può impugnare la decisione di una donna ad abortire (falsità assoluta, ndr), entrando in palese conflitto con la 194& Oggi, come nel medioevo, le streghe sono tra noi!". Tanto può infastidire il riconoscimento di diritti all'embrione! Ma in realtà la legge 40 del 2004 garantisce soltanto alcuni diritti, qualcosa di più rispetto a quanto era previsto precedentemente, ma ancora troppo poco. In verità infatti la fecondazione artificiale in vitro tout court, omologa ed eterologa, porta con sé negatività assolute, che richiederebbero un divieto totale e senza eccezioni. Ricordo infatti altre "controindicazioni", oltre a quelle di cui si è già parlato: -la fecondazione artificiale è sempre immorale, secondo una concezione cattolica, perché separa la generazione dall'atto coniugale, d'amore; -la fecondazione artificiale eterologa priva il figlio della certezza e dell'identità dei genitori, che possono essere addirittura, nei casi estremi, cinque: tre madri ( biologica, portatrice e legale) e due padri (biologico e legale); -la fecondazione artificiale porta, per ottenere un figlio, alla eliminazione di molti embrioni-fratelli, detti "soprannumerari" (circa 92 su 100), ed anche alla cosiddetta "riduzione fetale": nella fecondazione artificiale si immettono nell'utero della donna più embrioni, molti dei quali destinati a morte certa. Però, sia pur raramente, avviene che tutti si impiantino: ma la donna vuole un figlio, al massimo due, invece ce ne possono essere tre, quattro, cinque, con qualche rischio per la madre. Allora, a partire dall'ottava settimana, si eliminano quelli di troppo, uccidendoli tramite l'iniezione di una soluzione salina o di altri tossici nella cavità cardiaca o nel torace degli embrioni non desiderati. Si ha così la situazione paradossale per cui una coppia, per avere un figlio, ne uccide altri, alcuni ancora in fase iniziale (i soprannumerari), ed altri già ben sviluppati, cioè dopo l'ottava settimana (riduzione fetale); -i casi di successo della fecondazione artificiale sono solo il 15-20 %, spesso con conseguenze patologiche sulla madre, sottoposta ad un lungo, snervante processo di iper-ovulazione farmacologicamente indotta, che modifica totalmente il ciclo naturale della donna, determinando crisi psicologiche molto serie e portando, in alcuni casi, addirittura alla morte (vedi Corriere della Sera, giornale fortemente filo-fecondazione, del 21/472004: "Muore dopo la fecondazione assistita. Una casalinga di Sciacca si era sottoposta a iperstimolazione ovarica"). -i problemi di un procedimento così innaturale e ancora così sperimentale ed incerto come la fecondazione in vitro riguardano anche i figli generati: aumentano infatti gli aborti spontanei, le gravidanze ectopiche, le gravidanze multiple, i parti pre termine, i nati con basso peso, la morbilità e la mortalità neonatale, con prevalenza di malformazioni cardiache e disabilità neurologiche. Nei casi dei bimbi nati con la tecnica detta Icsi si sono notati ritardi nello sviluppo, anomalie genetiche di vario tipo, specie nel tratto urogenitale ( Panorama, 26/7/2001). Nel caso di bimbi nati da embrioni congelati basti considerare il fatto che secondo la Commissione Guzzanti, istituita dal Ministero della Sanità con decreto 14/1/94, circa il 25% di essi muore al momento dello scongelamento: quanti e quali danni subirà il restante 75%? Quante e quali anomalie avranno i figli nati da embrioni danneggiati? Ne vengono informate le madri? E' dunque evidente, come sostiene il celebre genetista Angelo Serra, che la "medicina sta operando ancora in una fase sperimentale, con danni notevoli per la grande maggioranza delle persone che vi sono coinvolte", illudendo spesso le coppie sterili e rendendole protagoniste di qualcosa che esse, solitamente, non sanno. Secondo due pionieri, Winston e Hardy, che operano in questo settore a Londra non si dovrebbe permettere che la disperazione dei pazienti, l'arroganza medica, e le pressioni commerciali siano gli aspetti chiave determinanti in questa produzione di esseri umani& non possiamo ignorare le nubi che si addensano sopra queste terapie (da "Fertility" supplemento a Nature Medicine, ottobre 2002). Perché tutto questo? Perché, dal momento che basterebbe spiegare alle donne che abortiscono che possono abbandonare il figlio, mettendolo in adozione per le coppie sterili, riducendo così sia la piaga dell'aborto, sia alleviando le sofferenze spirituali dei genitori sterili?
Certamente il problema sta nella malvagità umana, e anche nel fatto che dietro la fecondazione artificiale si nasconde un business immenso, in quanto ogni Fivet costa intorno ai quattromila euro e vi sono donne che possono essere sottoposte all'intervento per 13, 14 volte. Un tale giro di denaro, infine, determina inevitabilmente che la fecondazione artificiale venga applicata ormai anche a donne che, con determinate terapie, potrebbero concepire naturalmente; si favorisce così l'interruzione delle ricerche mediche per risolvere il problema della sterilità, che nessun dottore ha più interesse a curare.
Di fronte ai referendum proposti dai radicali, con l'appoggio di tutta la sinistra, compresi ampi settori della Margherita, occorre dunque ribadire il rifiuto ad una concezione menefreghista e liberista-materialista della vita: la vita umana non è questione di cellule raggrumate con le quali giocare al piccolo chimico, né il santo desiderio di un figlio può divenire l'alibi per affermare deliri di onnipotenza di stampo tardo positivistico, o per creare mercati di embrioni, banche del seme e industrie di bimbi "artificiali". Della vita non si fa mercato.
Occorre difendere, e se possibile migliorare, una legge che tende a riportare la scienza nei suoi giusti confini, come mezzo di conoscenza e di perfezionamento, e non come strumento magico di creazione e di manipolazione illimitata e senza scrupoli. Per questo, apprezzando la legge 40 in molti suoi aspetti, ma ritenendola ancora insufficiente, proponiamo come atto politico, consapevole e volontario, quello di astenersi dal voto referendario, garantendo così la permanenza della legge 40, ma anche lanciando un segnale di come detta legge possa e debba essere migliorata.
I suoi punti deboli, infatti, risiedono nella sua permissività, e nel carattere di compromesso che la caratterizza. L'opposizione ad essa, invece, nasce dal nichilismo libertario di forze politiche e sociali che negano il valore e la sacralità ad ogni cosa, degenerando in quello che il filosofo Augusto Del Noce ebbe a definire il "totalitarismo della dissoluzione".
Comitato Pro Vita
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