Vogliamo difendere la vita dei nostri figli

Pierluigi Penzo – Gesù con i bambini

“Lasciate venire a me i bambini
e non glielo impedite!” (Mc 10, 14)

 

Il 26 novembre scorso diversi quotidiani nazionali hanno dato notizia della coraggiosa battaglia di un anonimo maschio napoletano il quale, dinanzi alla determinazione della sua ex fidanzata di abortire, forte del suo desiderio di paternità non si è arreso, inviando telegrammi di diffida all’ospedale e alla Asl ed annunciando di appellarsi al Papa ed al Parlamento. Pur essendo, il padre del nascituro, disposto ad allevare il bambino da solo, le possibilità che la vicenda abbia un lieto fine sono praticamente nulle, visto che la legge 194 che disciplina l’“interruzione volontaria di gravidanza” considera solo la “volontà” femminile, e non anche quella maschile.
Da parte nostra desideriamo esprimere piena solidarietà e sostegno a questo maschio coraggioso e, attraverso lui, a tutti gli uomini costretti a fare i conti con una legislazione profondamente ingiusta ed innaturale. Perché incapace di riconoscere la sacralità del vivente e del principio maschile che genera la vita. Inoltre, posto che questa società sembra costruita su fondamenta che rappresentano un orribile tradimento al sapere naturale, simbolico e sacro (ma noi lottiamo per cambiarla!), su un altro piano ci chiediamo come mai una civiltà che si professa “dei diritti” non sappia affermare il “diritto alla paternità”. Se una donna può scegliere se volere, e poi tenere, un figlio, perché altrettanto non dovrebbe essere riconosciuto ad un uomo? Forse che la volontà maschile “vale” meno di quella femminile? E se sì, perché?
Certo, la gravidanza è un’esperienza vissuta in prima persona dalla donna, ma se il problema fosse il fatto di vivere la gravidanza come un “danno” personale, perché allora non ipotizzare un indennizzo della “fatica” della donna, che la impegni però a rispettare il desiderio del padre intenzionato poi a mantenere da solo il figlio?
Naturalmente la questione è fondamentale non solo nei termini di una corretta distribuzione dei diritti fra uomini e donne. E’ in gioco la dignità umana, e maschile, indissociabile dalla capacità di decidere il destino della vita creata.