Vietato dire Dio

L'ultima degli evangelici.

Di Roberto Pelusio

Da Libero del 4/10 apprendiamo:
Londra. Non pronunciare il nome di Dio invano, ma soprattutto non chiamarlo "Signore" o nemmeno "Lui": è questo l'ultimo avvertimento della chiesa d'Inghilterra preoccupata del fatto che attribuire il genere maschile a Dio incoraggi il maschilismo e gli abusi contro le donne. In una serie di nuove linee guida distribuite a vescovi e pastori, gli ecclesiastici affermano che "un uso acritico dell'immaginario maschile" è uno dei fattori che contribuiscono alla violenza domestica nei confronti delle donne....infatti nel documento si afferma: ""se Dio è maschio, il maschio è Dio"", ecc., ecc., ecc..

Gli evangelici inglesi sono preoccupati di difendere le donne dalla violenza domestica. Penso sarebbe giusto fosse sempre denunciata la violenza domestica contro chiunque. Nessuno ne ha il tragico monopolio infatti. Ma tant’è: gli evangelici inglesi in questo caso fanno preferenze.

Ritengono che l’uso di termini al maschile per indicare Dio, contribuisca alla violenza domestica contro le donne. Ne consegue il divieto di farne uso nelle preghiere, nella liturgia, nella quotidiana pratica religiosa.

Si assume che la causa di questa violenza sia il maschile, addirittura il maschile in astratto e da questo si fa discendere ogni cosa.
Per sostenere questo impianto ideologico, a questo punto si vestono le argomentazioni con una serie di riscontri pseudo scientifici, pareri "autorevoli" e casi del tutto eccezionali , proposti come situazioni quotidiane.

Ma tutto ciò è solo illusione intellettuale, senza contatto con l'esperienza e la realtà. Come la storia della propaganda ideologica del ‘900 insegna, dopo aver piegato la logica ad un assunto indimostrato (ovvero che il maschile avrebbe un suo intrinseco nesso con la violenza, e in particolare la violenza contro le donne), si piegano i fatti al servizio della logica.

Questa volta il problema raggiunge addirittura Dio, e allora si muovono le gerarchie ecclesiastiche, con direttive autorevoli, per privarlo, con delicata attenzione, degli attributi linguistici di genere maschile.
Ma questa è una preoccupazione che non ha nulla di religioso, forse Dio se la ride di queste nostre mosse.
Cosa ha "il maschile" che oggi non va? Non credo affatto che sia la violenza, che infatti non ha genere: è propria anche del femminile. Credo piuttosto sia il fatto che il maschile è in modo peculiare principio creatore, di iniziativa, di vita, di intrapresa e di dono, e questo sfugge sempre ad ogni logica e alle idee, in particolare all’ideologia oggi dominante: quella consumistica totalmente interna all’archetipo della Grande Madre e del suo dominio regressivo.

Il poeta T. S. Eliot dice in una sua opera* :

Essi cercano sempre d'evadere/
dal buio esterno e interiore/
sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d'esse
re buono.

E prosegue:

Ma l'uomo che è adombrerà/
l'uomo che pretende di essere.


Chi sarà mai questo "uomo che è"?
Forse è l'uomo, che vive il presente, l'uomo affascinato davanti al miracolo dell'essere e che ama donare. Forse è come quell'uomo che, senza che glielo chiedi, si avvicina e ti aiuta a spingere l'auto in panne sulla strada.

*(T.S. Eliot, Cori da "La Rocca" - pag.89 "I libri dello spirito cristiano" - ed. Rizzoli)

[9 ottobre 2006]