Le immagini dell'inconscio - Il contributo di Nise da Silveira

niseEugenio Pelizzari
Le immagini dell'inconscio - Il contributo di Nise da Silveira
(Moretti & Vitali. 2010)

a cura di Armando Ermini

Il lavoro di Eugenio Pelizzare si propone di far conoscere anche in Italia la preziosa opera della psicologa analista brasiliana Nise da Silveira. Opera preziosa nel senso che, sulla scorta della sua formazione Junghiana, Nise da Silveira ha avuto la grande intuizione che i suoi pazienti psicotici potessero finalmente fare emergere senza pericolo il proprio inconscio lacerato per mezzo delle immagini, senza cioè la mediazione verbale che implica sempre l'intervento dell'io e dunque anche degli interdetti proprio da esso posti per evitare la completa disgregazione del soggetto incapace di sopportare quelle lacerazioni. Ed ecco allora dispiegarsi la sequenza delle immagini pittoriche prodotte dai pazienti, di una impressionante esplicatività che ha non solo il merito sopra ricordato di liberare l'ombra del paziente, ma proprio per questo anche di essere immagini di autoguarigione "in progress" , esattamente come lo sono certi sogni, anch'essi immuni dall'influenza dell'io cosciente.
Trovo che ci sia una certa affinità fra questo tipo di espressione delle pulsioni inconscie a mezzo immagini e quello che scaturisce dai gesti spontanei "liberati" dal controllo dell'io (mi riferisco alla mia esperienza analitica), nel senso che in condizioni appropriate, ossia in assenza di parola e in ambiente "protetto", in entrambi i casi la parte più sconosciuta e "pericolosa" di noi stessi può affacciarsi alla luce e rivelarsi per quella che è.
Trovo anche, ma essendo ignorantissimo in materia forse è solo una idea mia un po' bislacca, che l'arte moderna, al di là del fatto che spesso artisti e opere sono abilmente veicolati e valorizzati dai critici ben oltre il loro valore artistico, testimoni come fra conscio e inconscio si sia verificata una frattura pericolosa, per cui la perdita di contatto fra i due sistemi fa' si che l'inconscio possa emergere "solo" per immagini non (o poco) elaborate formalmente, sotto forma di raffigurazioni distorte o contorte o confuse, alle volte come un vero e proprio incubo.
Ma poichè proprio la parola, l'abbiamo detto, non riesce a volte a rendere tutta la ricchezza del mondo interiore, nel bene e nel male, non resta che immergersi in quelle immagini , dapprima guidati dalle sapienti spiegazioni dell'autore e della stessa Nise, poi lasciandosi trasportare solo dalle linee, dalle espressioni, dai colori, dai soggetti di quei quadri.