A Bruno Aprile
Ricordo, Bruno, la sera che, ospite ad una nostra riunione, insieme a tua moglie, accompagnato da una coppia che si trovava nella vostra medesima angoscia di genitori a cui lo Stato aveva sottratto i figli, ci raccontavi dell'incubo malefico, del crimine assurdamente legale, in cui giudici del tribunale dei minori, assistenti sociali, opere sedicenti "caritatevoli" con rette da tremila euro ad assistito, avevano precipitato te, tua moglie, e il tuo bambino.
Stentavamo a crederti, Bruno. Ti dirò che pensavamo che la galleria degli orrori e di folli illegalità che ci stavi raccontando fosse impossibile. Successivamente, dopo un breve lavoro di documentazione, ci rendemmo conto che a moltissimi era andata molto peggio! E che in Italia nei decenni passati era cresciuto un mostruoso Kombinat giuridico-mediatico-istituzionale che si era arrogato il diritto di allontanare dal proprio padre, spesso per sempre, innumerevoli bambini, in molti casi dopo procedure risultate poi sommarie, segnalazioni nate da pruderie da adolescenti, da rancori di divorziate a caccia di cospicui assegni di mantenimento, da feroci misandrie mascherate da idealità femministe, perizie psicologiche successivamente valutate a livello da bar sport. Metodiche di indagine “ avanzatissime”, si vantano nei congressi gli addetti ai lavori. Così avanzate da eliminare ogni diritto alla difesa con quello che ne consegue: innumerevoli e gravissimi errori giudiziari, di cui quelli di cui si è venuti a conoscenza pare siano solo la punta di un iceberg. Padri dopo anni di inferno personale e di galera riconosciuti innocenti, ma non più padri dei propri figli. Figli resi dai tribunali assurdamente orfani di un bravissimo papà vivente. Un sistema dichiarato sulla carta di assistenza alla famiglia e di protezione dei minori, nei fatti un sistema che ha diffuso una irresponsabile cultura di sfiducia verso la famiglia e in famiglia un clima di sistematica delegittimazione dei genitori e in particolare dei padri. E che in troppi episodi ha causato la distruzione di intere famiglie, la rovina psicologica ed affettiva degli stessi minori che dichiara di voler tutelare. Di questo Kombinat e di chi ne è stato protagonista con la responsabilità di aver creato un clima diffuso di terrore e di intimidazione deve essere ancora scritta la storia: storia di errori la cui terribilità li ha resi incredibili per l'opinione pubblica; un racconto di orrori e violenze contro la famiglia così gravi e fuori del comune sentire, da poter usufruire per anni del silenzio che il terrore e il meccanismo della rimozione generale ha riservato solo a episodi gravissimi come gli orrori nazisti e staliniani: quale padre italiano, quale madre, infatti poteva mai permettersi il pensiero che dall'oggi al domani per errore o per rivalsa poteva vedersi sottratto il figlio e affidato per sempre ad una altra famiglia?
Caro Bruno, grazie per la tua battaglia, per il tuo coraggio, per aver resistito alla disperazione che sentivamo stringerti la gola quando ci parlavi del rischio sempre più prossimo di non rivedere mai più il tuo bambino. Oggi che hanno, bontà loro!, deciso di restituirtelo siamo felicissimi e tutti un pò più liberi. Inutile domandarsi chi pagherà per tutto il male che hanno fatto a te, a tua moglie, al tuo bambino. E alla società italiana. I responsabili ce li troveremo come se nulla fosse a concionare in qualche convegno. Indifferenti alle tragedie inenarrabili che hanno provocato e al clima di terrore e sfiducia che hanno diffuso tra le famiglie italiane, e alla sistematica violazione delle leggi che tutelano i diritti della persona. Solo l'amore forte, appassionato, irriducibile, l'amore santo di un papà bravo come te, poteva vincere in nome di suo figlio e dei figli di tutti, questa battaglia. Un esempio grande di amore paterno, disposto ad affrontare qualunque sofferenza pur di continuare ad essere padre del proprio figlio. Un piccolo Davide contro il Golia dello Stato grandematerno.
Ancora grazie Bruno.
(Il 3 febbraio 2005 (compleanno di Massimo Aprile), alle ore 9:15, si è svolta la terza e definitiva udienza fissata dalla Corte d'Appello di Milano – Sezione Minorenni, relativa al ricorso avverso la sentenza del Tribunale per i Minorenni di Milano (che dichiarava l'adottabilità del minore, interrompeva ogni rapporto coi suoi genitori e faceva decadere la potestà dei genitori) presentato il 5 marzo 2003 dai suoi genitori naturali. Dopo essersi riunito in Camera di Consiglio, il Collegio giudicante della Corte d'Appello si è così espresso:
“In nome del Popolo italiano la Corte d'Appello revoca la sentenza del Tribunale per i Minorenni, e quindi l'adottabilità di Massimo Aprile, ed incarica il Tribunale per i Minorenni di iniziare, sostenere e portare a termine il graduale rientro del minore presso i genitori naturali).
La storia di Bruno Aprile è leggibile a: http://xoomer.virgilio.it/_XOOM/geni_e_figli/Testimonianze/Bruno_Aprile_Documenti/La%20mia%20storia%20-%20riassunto.html
[28 febbraio 2005]