Carlo Parlanti è anche nostro fratello

di Cesare Brivio

Mi sembra doveroso intervenire per Carlo Parlanti (per ogni aspetto sulla vicenda vedi il suo sito). Carlo Parlanti è un italiano, ingiustamente accusato di violenze sessuali da una donna, sottoposto a procedimenti giudiziari illegali, e ingiustamente detenuto in carceri USA e in condizioni terribili. E mi sembra giusto intervenire con le parole della sua compagna Katia. Un silenzio da cortina di ferro è sulla sua vicenda. Una delle tante carcerazioni ingiuste che hanno invece visto attivarsi le Autorità italiane e tante persone che non accettano di cedere al sopruso della Giustizia ingiusta. Perché questo silenzio, ormai connivente? Noi diamo voce alla compagna di Carlo Parlanti che in una recente e-mail scrive: “Ci sono due donne nella prigione di Avenal qualche mese fa erano in tre, che perseguitano i detenuti, e in particolare Carlo Parlanti, sono delle guardie. Se Carlo ha un immagine dello striscione posto per lui allo Stadio nella partita della Roma o un articolo con una manifestazione con la bandiera italiana, loro glielo sequestrano, e Carlo non può fare alcuna protesta sennò rischia l’isolamento. Quello che agli altri è permesso a Carlo è negato, e tutto tace. Usano spesso praticare torture psicologiche e fisiche nella prigione di Avanal. Incredibile? Non credete alle torture fisiche? Se vi fanno dormire in un capannone per 4 anni con altre 399 persone, in brande da tre in cui il tuo materasso è una sottile patina di gomma piuma e magari tu sei anche malato di sciatalgia, non è forse una tortura? Se hai la piorrea e quindi necessiti almeno di una pulizia dei denti ogni tre mesi e ti lasciano due anni, se ti va bene, senza la pulizia, non è forse una tortura? Se entri in una prigione sano e dopo qualche mese hai l’epatite C non è forse una tortura? Se ti mandano all’ospedale per una sospetta TBC, poi ti dicono che hai probabilmente un tumore e ti terrorizzano psicologicamente per accettare l’asportazione di mezzo polmone e quando con tutto il coraggio e la paura che hai rifiuti e sai dopo mesi che invece non hai nessun tumore, non è forse una tentata tortura fisica e sicuramente tortura psicologica? Se nei giorni che sei in ospedale nonostante tu sia in una cella, ovvero in ala di questo ospedale adibito a prigione, con tanto di sbarre e sei legato con le catene alle caviglie attaccato al letto, non la chiami tortura? Potrei scrivere pagine e pagine e non trovereste un argomento per dimostrare che non è tortura. Se poi subisci tutto questo e tutti sanno che sei innocente anche il PM che ti ha voluto condannare accettando prove false, cosa pensi? Cosa è? Torniamo alle due donne, per di più sono delle donne con 7 divorzi alle spalle, con molta probabilità anche molto arrabbiate con il mondo maschile e vengono messe come guardie in un ala del carcere con uomini accusati di Violenza? Cos’è la tortura? Io vorrei chiedere ai giornalisti della California il perchè succede tutto questo e cosa hanno da dire in merito, per quanto su riferito sto cercando di avere un appuntamento con il warden della prigione di Avenal, per avere delle risposte, ho fissato un appuntamento con il PM Gilbert Romero per avere delle spiegazioni, incontrerò delle persone che spero possano aiutare Carlo, il 4 giugno mi recherò in California, ma questi miei appuntamenti che potrebbero essere la salvezza di un innocente si potrebbero trasformare in un grande buco nell’acqua se vengo lasciata da sola. Ho bisogno del Vostro aiuto di tutti, le cose da fare in maniera urgente sono: le traduzioni delle denunce e del rapporto criminologico, assistenza linguistica sul posto, aiuto con contatti mediatici in California,aiuto con un buon contatto politico in USA, appoggio dei nostri Media, che finalmente parlassero di una cosa seria, di una detenzione ingiusta dall’altra parte del mondo, di un innocente che sta pian piano morendo che ogni giorno viene violentato e torturato, della sua famiglia che soffre. Di un uomo Carlo Parlanti che ha la sola colpa di essersi fidato delle persone sbagliate. Per favore aiutatelo e aiutatemi ad aiutarlo. Katia Anedda”

[08 giugno 2009]