I “clerici” e i padri

A cura di Cesare

 

Scrive Marina Corradi su Avvenire di sabato 15 ottobre, in un articolo dal titolo”I nostri uomini narcisi e sempre meno padri” a proposito dell'aumento di fatturato per la cosmesi maschile: "E questo narcisismo diffuso che vuole gli uomini sempre più intenti a specchiarsi, a continuarsi giovani con ogni accorgimento, s'accompagna, singolarmente, ai dati di natalità più bassi mai registrati in Occidente." Ci sarà anche questo fra i motivi della denatalità nei paesi occidentali. E giustissimo è invocare il ritorno del padre, tirando per la giacca i disattenti, gli impegnati a far concorrenza alle donne di fronte allo specchio delle narcisistiche brame. Però bisogna dirla tutta la storia per non cadere nel "tartufismo": ci sono anche i padri licenziati dal ruolo di padri, e la minaccia costante, pervasiva, incombente su tutti di licenziamento. Vorrei chiedere allora a Marina Corradi: Lei si è informata presso un qualunque papà che voglia fare seriamente il padre, di quale energia psicologica e a quali rischi va incontro un papà che non accetti di farlo per gentile concessione materna, come la legislazione odierna impone di fare? Perchè oggi o il padre interpreta il suo ruolo dicendo: "la mamma ha sempre ragione", e ottiene in tal modo gli applausi della moglie e dei figli, oppure, remando contro corrente (è lo specifico del suo ruolo!), corre il rischio di finire fuori della famiglia, di perdere figli e moglie, restando comunque la famiglia a sue spese vita natural durante. Quando non ci si trovi di fronte alla legge sull'aborto che riserva al padre nemmeno il ruolo di ufficiale certificatore della morte del proprio figlio. Nemmeno si trattasse del cane di casa, verso cui la sensibilità odierna, grazie al movimento animalista, è senz'altro maggiore. Lei dunque eserciterebbe in famiglia un ruolo, un amore, contro-corrente, definito per di più impossibile per legge? e sul quale tutti i mass-media e un certo cattolicesimo (quello di Famiglia Cristiana per essere chiari) da trent'anni a questa parte da posizione femministe hanno indirizzato ogni sorta di accuse e teorizzato l'inutilità? In un magistrale saggio il grande cattolico Charles Peguy scriveva in "Veronique. Dialogo della storia e dell'anima carnale" un brano dal titolo: "Il padre il vero avventuriero" ("Veronique. Dialogo della storia e dell'anima carnale" ediz. Piemme, riportato in www.maschiselvatici.it nella rubrica "I Padri: i fuggitivi, i guerrieri, i reduci") : "Allora tutti ci calpestano sopra (il padre, ndr). Allora, ringalluzzito, anche il prete ci calpesta sopra. Clericus. Il sacerdote se ne accorge bene, un istinto di casta lo avverte, uno degli avvertimenti, uno degli istinti più sicuri, uno degli istinti più infallibili, un segreto orgoglio infallibile lo avverte che è lui il nemico, il più lontano, il più straniero, che l'uomo di famiglia, che il padre di famiglia è l'uomo più lontano dalla regola e dalla clericatura, l'uomo del mondo più coinvolto nel mondo, un istinto segreto lo avverte che lui è infinitamente più vicino al pubblico peccatore; ecc..". Un tentazione ricorrente a quanto pare.

[4 novembre 2005]