Padre trevigiano indagato perchè "spia" i cellulari dei figli

Treviso, 20 marzo 2008
(articolo in http://qn.quotidiano.net/2008/03/20/73939-spia_figli_indagato.shtml )

Siamo alla frutta. Nel paese in cui ogni giorno ci sono milioni d'intercettazioni illegali senza che nessuno venga punito, salvo quando riguardano i padroni del vapore, viene invece indagato per violazione dell'art. 617 bis del Codice penale (divieto d'intercettazione), un padre di famiglia che, preoccupato che i figli non frequentassero compagnie pericolose e dedite al consumo di droga, aveva installato sui loro cellulari un software, peraltro acquistato in libera vendita su Internet (e l’uomo pertanto lo riteneva legale), che gli consentiva - una volta istallato sui cellulari dei figli - di sapere quali amicizie frequentassero e cosa si dicessero. Davvero sono tempi difficili per i padri. Sono accusati di essere assenti, di disinteressarsi dell'educazione dei figli, ma quando intervengono diventano padri padroni, o vengono indagati da occhiute e arcigne "autorità", che evidentemente non hanno altro d'importante di cui occuparsi. Furti, scippi, rapine, morti sul lavoro, criminalità economica, stupri? Macché! E dei messaggi di offerta di droghe (con listino prezzi e catalogo) che arrivano ai ragazzi sui cellulari? E del fatto che Internet sta diventando il mercato della droga http://www.dronet.org/comunicazioni/res_news.php?id=1276 ? Tantomeno! Per risanare l'Italia la via maestra è quella di indagare i padri attenti e responsabili.

[04 aprile 2008]