Padri separati: cacciatori o prede?

L’Espresso on line del 4 Aprile pubblica un articolo di Renzo Di Rienzo dal titolo “Ex mariti – Caccia grossa agli alimenti”, in cui, partendo dal dato (come vedremo molto parziale, unilaterale e contestabile) che addirittura due terzi degli ex mariti omettono di versare l’assegno di mantenimento o lo fanno solo saltuariamente, ci da conto di tutta una serie di provvedimenti allo studio per risolvere il problema.

Così Luis Durnwalder, presidente della provincia di Bolzano, sta studiando la “possibilità che la sua amministrazione anticipi l’assegno alle mogli per poi rivalersi sui mariti” trattati da reprobi insolventi nonostante che proprio in quella città sia sorta “la prima casa che ospita proprio quei padri spiantati dagli alimenti a moglie e figli.
Così il sindaco di Roma Walter Veltroni, per mantenere una promessa elettorale, organizza “una tavola rotonda per individuare lo stratagemma che consenta di intervenire in queste dispute.” L’assessore alle pari opportunità Mariella Gramaglia vorrebbe “creare un fondo di garanzia che versi l’assegno alle donne disagiate con figli. Poi il comune dovrà rivalersi sui mariti inadempienti. Se giuridicamente questo non fosse possibile, allora ritengo che dovremmo avviare una battaglia politica a livello nazionale per fare in modo che sia lo Stato a costringere i mariti a versare l’assegno”.
L’avvocato Maria Grazia Masella, presidente del Progetto Famiglia, propone invece, come in Germania, che il coniuge che non riceve l’assegno ceda il suo credito allo Stato, che provvederà successivamente ad emettere cartelle esattoriali nei confronti dell’ex marito inadempiente, soggetto così a sanzioni molto pesanti .
Quale che sia la soluzione, molte politiche ed avvocati matrimonialisti femmine si schierano apertamente contro la proposta di legge governativa sull’affido congiunto dei figli, che, oltre a prendere in considerazioni i problemi affettivi ed educativi che nascono con la separazione, prevede che ciascun coniuge provveda alle spese per i figli durante il periodo che li avrà con sé, salvo un assegno compensativo quando esiste una significativa differenza di reddito fra i coniugi separati.
Marcella Lucidi, diessina, sostiene che “ci vuole sempre un genitore di riferimento, al quale spetta un assegno per il mantenimento dei figli” e che “dovremo trovare il modo per non lasciare sola la donna di fronte all’ex marito che può disporre di molti espedienti per sottrarsi ai suoi obblighi”.
Più sbrigativa, l’avvocato Annamaria Bernardini DePace, ritiene che il progetto dell’affido congiunto “lo vogliono quei padri lagnosi che pensano così di non versare più una lira alle ex mogli e di dividere tutto a metà. La soluzione più realistica è quella danese: una volta stabilita l’entità dell’assegno, i padri sono costretti a versare un’ adeguata cauzione che perdono alla prima inadempienza”.
A parte ogni considerazione su quest’ultima proposta della “ talebana “ (senza offesa per quegli islamici) Bernardini De Pace (e se uno i soldi per la cauzione non li ha? Se gli servissero proprio per pagare gli alimenti? Se gli servissero per affittare un buco dove dormire? Chissenefrega, vada pure nella casa di Bolzano il reprobo che, per giunta, come dicono le statistiche, probabilmente ha subito la separazione chiesta dalla moglie), le cose non stanno affatto come la stampa, tanto per cambiare, ce le presenta.
L’ associazione Ancoragenitori, che opera nel campo dei rapporti fra figli e genitori separati, con assistenza concreta e approfonditi studi sui problemi connessi, ha dati assai diversi.
Intanto il 90% dei padri che non versa l’assegno, lo fa perché l’ex moglie gli impedisce di vedere i figli con le scuse più varie. E poiché le madri inadempienti a questo obbligo verso il marito e verso i figli che hanno diritto al padre, non sono mai punite, al marito non resta che far leva a sua volta sull’unico potere che gli è rimasto, quello degli alimenti.
Inoltre, ma questo nessuno lo dice perché è politicamente scorretto, mentre la percentuale dei padri che non versano regolarmente l’assegno sono circa il 15% del totale, le donne non affidatarie che l’assegno non lo versano per niente sono oltre il 95%. Ma i cattivi sono sempre i maschi, per definizione!

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