Il fallo e il sesso

Caro Claudio,

il sito"maschi selvatici" mi e' stato segnalato da un amico (Rino), che mi ha fatto anche il tuo nome, segnalandomi che sei uno psicologo analitico.

Sono andato a leggere fiduciosamente (nel senso che pensavo di condividere le tue idee, visto chi me le segnalava) e ho cominciato dall'inizio (il simbolo dei maschi selvatici). Non ho letto oltre e ti ho subito scritto questa e-mail, di protesta.
Possibile che neppure uno psicologo abbia chiaro che non e' lecito partire dal sesso, che ci accomuna a tutti gli altri animali, se l'obbiettivo e' capire l'uomo o, quantomeno, capirci qualcosa piu' di prima? Questa centralita' del sesso, invece della centralita' del cervello, rende irrisolvibile ogni questione. Che diavolo vuoi aggiungere di diverso e di nuovo dopo che hai fatto riferimento al piu' immutabile dei processi (quello della riproduzione genetica)?
Bene, ora che mi sono sfogato su questo brutto colpo iniziale... torno a leggere.
Confermo il mio pieno sostegno all'idea del sito (come a quella dell'altro sito linkato, quello sui pari diritti degli uomini) ma anche il dissenso sul modo di impostare il discorso, tutto basato sugli istinti negati. Certo, negati, ma da chi? E perche'?
Una risposta io la propongo, nel mio sito (abbandonato a se stesso, ultimamente, purtroppo).
Provate a darci uno sguardo:

Guido Piangatello

http://www.sirt.pisa.it/brain/duecerv/donne/intro2.html

Caro Guido,

il Fallo, non significa solo "sesso"; benché il sesso sia già un'ottima cosa. Ma come tutti i simboli (dal greco sumballo, tenere insieme) raccoglie , appunto tiene insieme, una quantità di significati, di vissuti, di forze, che rimandano in questo caso al principio maschile, produttore di forme viventi, così come quello femminile ne é il conservatore.
Come psicologo analitico, dunque discepolo di C.G. Jung, ho il massimo rispetto dei simboli, che in una sola immagine dicono assai di più di interi trattati di psicologia.
Devo anche dirti che il mio obiettivo non é "capire" l'uomo: l'intelletto è più piccolo dell'essere umano, e quindi non può comprenderlo. Cerco piuttosto di fare quel che posso per aiutarlo ad essere più felice. Ora, in tanti anni di lavoro con gli uomini e la loro psiche, credo di sentire che gli uomini in occidente sono spesso infelici appunto perché le forze simboleggiate dal Fallo, che sono poi quelle sulle quali poggia la loro vita, le loro passioni e i loro affetti, sono state svalutate appunto perché "primarie, arcaiche, istintive, animali,"e così via.
Nel corso di un lungo processo, che il sociologo Elias ha chiamato "processo di civilizzazione", gli uomini sono stati convinti (come anche tu sembri credere), alla centralita' del cervello, piuttosto che alla centralita' del sesso. Ed é stato un disastro. Perché, vedi, il cervello, utilissimo per imparare una lingua, o a usare il computer, non ti dice nulla sul mondo del Fallo, quel ricco universo che va dalla sessualità, alla passione, alla stessa spinta religiosa.Il mondo dell'istinto e dei suoi immensi sviluppi (anchetrascendenti, come sanno bene le religioni extraeuropee), é come un file che il computer-cervello non vede, non riconosce, non apre.
Ti confesserò L'intervista del mesecosa. Io non voglio "aggiungere" proprio nulla "di diverso, di nuovo". Considererei un successo riuscire ad aiutare qualcuno a riconoscere le antiche meraviglie che egli porta dentro di sé, e che ancora non sono state completamente distrutte, neppure nel mondo attorno a noi. La grande distruttrice é stata proprio a bizzarra idea della "centralità del cervello", e la sua smania di aggiungere "qualcosa di nuovo" alla perfezione degli scenari della vita, e dei suoi processi.
Ciao, caro Guido. Fidati del Fallo, del corpo, dell'istinto. E' una "molto preziosa mercanzia", come si dice nel Parsifal. Un po' acciaccata dal nostro intellettualismo, é vero. Ma sempre piena di promesse.

Claudio Risé