Maschio biologicamente inferiore

Caro Risé,

una notizia passata con grande evidenza su tutti i giornali nazionali e provinciali, e su tutti i telegiornali, con uno straordinario battage pubblicitario

sviluppatosi da fine maggio a tutto giugno, finalmente chiarisce a tutti, quello che siamo e quello a cui siamo destinati come maschi per il prossimo millennio. Infatti ben altro ci attende che reimpugnare la spada di re Artù e liberare l'Inghilterra dall'angoscia: "Relegato a fare il facchino, il giardiniere, l'uomo delle pulizie, o lo strumento sessuale, il povero maschio finirà per vivere in una riserva dorata (!?)" infatti "la comunicazione tra l'emisfero destro e sinistro è più rapida e completa nel sesso femminile". Inoltre con le donne al potere non ci saranno più guerre infatti: "Quale madre manderebbe il proprio figlio al fronte?".
Queste perentorie e rigorose conclusioni risultano da una ricerca scientifica di ben quattro università italiane ed il prof Pancheri psichiatra dell'Università La Sapienza di Roma ne dà l'annuncio a Roma nel corso del convegno "Cervello maschile e femminile".
A questo punto, a parte il vivo sconcerto come contribuente che finanzia anche la ricerca in Italia, se è chiaro che per gli studiosi di queste Università, Pancheri in testa, per Repubblica,per tutta la stampa italiana, TG compresi, si può semplicemente auspicare che imparino a distinguere il genere comico dalla ricerca scientifica e dalla letteratura di informazione seria, tuttavia di scoperte e idee inverosimili diventate opinione comune la storia italica è piena, e il vizio di subirne il fascino, soprattutto se sottoforma di veline del Minculpop di turno, da noi sembra essere radicato.
E così come sui colli fatali di Roma era tornata a splendere la luce dell'impero e la bella abissina aspettava i liberatori, e ci avevano riempito i giornali per decenni, scienziati, storici, pensatori e penne famose, e creduto in folleo ceaniche, non vorrei che oggi qualche nostro figlio o figlia adolescente fosse indotto a credere, magari da qualche insegnante impegnato a migliorare il mondo tramite la lettura dei
giornali, a queste suggestioni razziste traendone grave pregiudizio per la sua formazione affettiva.
Visto che tutti tacciono, ed io sono solo un papà che vuol bene a suo figlio quattordicenne, non potresti fare chiarezza tu in proposito?

Cesare, Brescia

Caro amico,

in effetti il "razzismo" nel senso moderno del termine nasce proprio nell'800, quando alcune rilevazioni "scientifiche di taglio positivista", anche in quel caso fondate principalmente sullo studio di cranio e cervello, stabiliscono l'inferiorità "biologica" di certi gruppi.
All'epoca erano gli ebrei, i negri e le donne: chi vuole dia un'occhiata nelle biblioteche alle argomentazioni dei cattedratici dell'epoca, e le confronti con le conclusioni del prof. Pancheri circa i maschi.
Dopo la diffusione di quegli studi scoppia in Francia il caso Dreyfus, catalizzatore dell'antisemitismo moderno. E' allora che nasce il moderno "razzismo", cioè la teorizzazione dell' inferiorità "organica" di un gruppo umano con le sue fatali conseguenze sul piano morale. Quando insomma la scienza interviene sul piano delle differenze tra gli umani, stabilendo graduatorie, superiorità e inferiorità, siamo già nel razzismo. Tanto più inaccettabile in quanto la stessa scienza più recente e seria, ha stabilito che ogni ipotesi è realmente scientifica soltanto fino a quando si riconosca confutabile, e quindi, in ultima
analisi, falsa.
Il rischio di un razzismo antimaschile è elevato anche perché la storia della scienza dimostra ampiamente che la maggior parte delle ricerche vengono svolte nel senso che fa più piacere alla cultura dominante: così si ottengono più fondi, più pubblicità, più fama. Ed oggi per ragioni inerenti al carattere femminile-materno del consumismo, l'attacco al maschile è "politicamente corretto", tanto quanto è deplorata la sua celebrazione.
Ma tutto ciò rischia appunto di criminalizzare un intero gruppo sociale. E di rendere i suoi giovani membri o depressi e passivi, o violenti e iperattivi, come accade fra i maschi. Per questo le Istituzioni, Pari opportunità, Ricerca scientifica e Pubblica Istruzione devono affrontare l'attuale criminalizzazione mediatico-scientifica del genere maschile.
Già era stato giudicato inferiore e pericoloso sul piano biochimico per via della produzione di testosterone; ora anche sul piano fisiologico per via della comunicazione tra gli emisferi cerebrali: un piano inclinato piuttosto inquietante. Una cultura che crea senso di inferiorità è inaccettabile. Come
sanno bene le donne.

Claudio Risé