Cannabis
Come perdere la testa e a volte la vita
Di Claudio Risé
La resina di cannabis, la sostanza che contiene i più concentrati principi attivi, è nera; inquietante. La leggenda mediatica e culturale, però, che in Italia parla di questa sostanza è invece rosa (a differenza che nel resto dell’Europa occidentale).
Si tratta di una narrazione a lieto fine cui la classe dirigente italiana (particolarmente quella che si occupa di informazione, e di politica) non vuole rinunciare. Forse perché è una classe ormai vecchia, e quella leggenda è nata negli anni della sua ormai lontana giovinezza. Racconta, questa leggenda rosa, che hashish, marijuana, “fumo” assortito con derivati, o miscele tra i due, insomma i figli della “cannabis indica”, sono sostanze praticamente innocue. Di questa leggenda fa parte, inoltre, anche la convinzione che, come dichiarato imprudentemente da qualche ministro, il carattere innocuo della cannabis e derivati sia stato ormai dimostrato anche da tutta “la comunità scientifica”. E’ vero l’esatto contrario. Queste sostanze sono altamente pericolose per la psiche, e per il fisico, e le varie scienze lo hanno ormai dimostrato. Anche se, a carico della cannabis, c’è certamente di più, e di peggio, di quanto finora accertato, e la comunità scientifica internazionale è appunto impegnata a cercarne le prove. Che trova, del resto, ogni giorno che passa: i documenti e i risultati delle ricerche, infatti, presentati in queste pagine, si fanno sempre più allarmanti. Il consumatore di cannabis è ormai, in gran parte dei paesi europei, il secondo cliente dei presidi psichiatrici.