S.O.S. Infertilità maschile

di Armando Ermini

Un circostanziato servizio a cura di Elena Meli e Franca Porciani (ma perché di queste cose di maschi si occupano quasi sempre donne?) da “Il Corriere della sera” del 7 marzo 2008, http://www.corriere.it/salute/08_marzo_07/inquinamento_fertilita_maschile_5218afea-ec12-11dc-a76d-0003ba99c667.shtml che riporta un’indagine dell’Università di Pisa condotta su diecimila uomini sani di con età media 29 anni, ci informa che il tasso di infertilità maschile nel nostro Paese è aumentato nettamente dal 1970 ad oggi.

I numeri:

Valori nazionali medi

  Milioni per ml di sperma mobilità
1970 71 60%
oggi 60 30%

 

I valori di soglia per la fertilità stabiliti nel 2002 dall’Organizzazione mondiale per la sanità (OMS)
prevedono un numero di spermatozoi per ogni millimetro eiaculato maggiore di 20 milioni, ed un numero di spermatozoi in grado di muoversi maggiore del 50%. Considerando dunque che la mobilità è del 30% su 60 milioni, il numero di spermatozoi “attivi” si riduce a meno dei 20 milioni della soglia OMS.

Percentuali di italiani con disturbi di fertilità pari al 10% di cui:

60% patologie dei testicoli
30% malformazioni delle vie seminali e ghiandole annesse
3% patologie di ipofisi o ipotalamo con conseguenti deficit ormonali

Malattie

20% della popolazione affetta da varicocele, patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo

1 uomo su 500 è affetto dalla “sindrome di Klinefelter”, malattia genetica dovuta alla presenza di un cromosoma in più nella coppia di cromosomi sessuali.


Secondo i ricercatori esiste una precisa correlazione fra fertilità e inquinamenti ambientali. Nelle aree urbane, in quelle inquinate da rifiuti industriali e nelle aree agricole dove si fa uso di pesticidi, la mobilità degli spermatozoi è minore del 20% rispetto alle piccole città; inoltre nelle aree a rischio si riscontrano spermatozoi anomali in misura del 15% superiore rispetto a quelle non a rischio. Questi dati trovano conferma sugli studi condotti su chi è molto esposto a fattori inquinanti come i vigili urbani e i casellanti. In particolare, un’indagine sui bimbi che nel 1976 furono esposti a Seveso alla nube di diossina, evidenzia che ora hanno il 40% in meno di spermatozoi. Rispetto alla distribuzione territoriale del fenomeno, le regioni che presentano il maggior scostamento rispetto alla media nazionale in termini di quantità di spermatozoi per millimetro sono la Campania (- 11%) , Triveneto e Lazio (-6%), mentre Puglia (+17%) e Sicilia (+ 10%) godono delle situazioni più favorevoli. Fra le città, le peggio messe sono le metropoli: Napoli (-15%) , Milano (- 13%) e Roma (-10%), mentre i piccoli centri sotto i 20.000 abitanti hanno uno scostamento positivo del + 20%., a conferma del legame fra infertilità e inquinamento. Ci sono poi altri fattori che contribuiscono a fare del maschio italiano un “mediocre riproduttore”: fra questi, il fumo materno in gravidanza, i pannolini che innalzano la temperatura dei testicoli, i jeans e la biancheria intima troppo stretta, ed infine lo stress. Numeri preoccupanti che denotano un pericoloso abbassamento di vitalità dei maschi, una ferita nel corpo che non può non avere ripercussione anche nella psiche e nella sicurezza identitaria. Dopo il 90% di morti sul lavoro, il quadruplo di suicidi rispetto alle donne, l’allontanamento sistematico dai figli in caso di separazioni o divorzi, un numero di decessi per cause violente superiore al doppio di quello femminile, per tacere della durata media della vita, ecco un altro dei privilegi che la nostra società “costruita a misura di maschio”, riserva agli oppressori. Ma non c’è di che preoccuparsi per il futuro del nostro Paese e del mondo occidentale. Ci penseranno le tecniche di fecondazone assistita prima, ed in futuro prossimo l’autoriproduzione femminile, ad assicurare la riproduzione delle specie, magari monca del genere maschile ma chissenefrega. Anzi, ci saranno molte guerre e molte violenze in meno e molti profitti in più per le multinazionali del farmaco. E le signore che ne penseranno? Gioiranno (una parte sicuramente si) o proveranno nostalgia per quell’antico, insopportabile compagno di vita che però sapeva anche proteggerle e farle “divertire”?