Il Patriota

di Ronald Emmerich, con Mel Gibson, USA 2000

La critica “perbene” ve lo ha già detto: questo film non rispetta la storia, gli inglesi non sono poi stati così cattivi come il regista tedesco Emmerich li mostra, Gibson é a tratti enfatico, rifà Braveheart , basta con le sparatorie e colpi di tomawak!
Chi se ne frega.
Gli inglesi, come del resto gli americani, in altre occasioni, e i tedeschi, quasi sempre, sono stati cattivissimi, come tutti del resto. Ma soprattutto la forza del film (come ne Il gladiatore ) non é certo la ricostruzione storica, bensì il discorso per svolgere il quale la storia viene utilizzata. Il discorso é il nostro: quello dell’uomo, che non può ritrarsi dal dare, anche la sua vita, se non vuole essere un manichino imbellettato (come il generale inglese), un opportunista depresso (il pavido Gibson all’inizio del film), o un demone al servizio della propria avidità e perversione (l’ufficiale inglese che uccide soldati feriti, e i civili).
Il destino dell’uomo lo condanna alla nobiltà, a volte tremendamente crudele, con sé e con gli altri. In tutto ciò, la relazione padre -figlio ha un ruolo determinante: é ripetendo il passato eroico del padre che i figli tendono all’eroismo, ed é per vendicare la morte di uno dei figli, e proteggere ed addestrare l’altro, che Gibson accetta di buttarsi nella lotta, apparentemente perduta in partenza, degli americani contro gli inglesi. E le donne li amano, questi uomini coraggiosi (non é proprio sempre così, ma é bello comunque pensarlo, o raccontarcelo).
Godiamocelo, questo Patriota. Un inno ai sentimenti semplici, e nobili, del genere maschile .