Paul, Mick e gli altri

Regia di Ken Loach
Con Joe Duttine, Tom Craig, Steve Huidson, Dean Andrews

2001 Parallax Pict., Road Movies, Tornaso/AltaFilms, Channel 4 

E' la vita quotidiana di un gruppo di operai ferroviari inglesi durante il periodo della privatizzazione e del liberismo selvaggio. La ricerca esasperata del profitto stravolge metodi di lavoro e rapporti umani. Il bagaglio di sapere materiale accumulato nel tempo non è più spendibile, si perde orgoglio professionale e con esso identità, mentre si allentano gli antichi vincoli solidaristici ed ogni operaio si ritrova a doversi vendere giorno per giorno ad una agenzia di lavoro interinale. Anche gli affetti familiari entrano in crisi perchè la perdita d'identità è anche perdita di ruolo. La vita diviene una lotta individuale per la sopravvivenza, di fronte alla quale si sacrifica anche, in un momento drammatico, la solidarietà umana verso un compagno ferito gravemente in un incidente sul lavoro, accaduto per la mancanza di misure di sicurezza. C'è una scena che più di ogni altra fotografa la nuova realtà: l'operaio, che ha stampate nel suo Dna le dure lotte sindacali delle Trade Unions, ora senza lavoro, impacciato di fronte all'impiegata (donna) dell'agenzia di lavoro interinale, che gli enumera con aria di bonaria superiorità tutti gli adempimenti a cui dovrà sottostare per sperare di essere chiamato.
Mi è sembrato un film asciutto, sobrio, senza pietismi o ideologismi, un racconto neorealista di una tragedia umana maschile.