Basta col linguaggio sessista

Una volta tanto sono d'accordo con chi critica il linguaggio sessista usato sui media. Diciamolo con chiarezza. Usare il genere maschile per descrivere fenomeni che coinvolgono anche le donne è scorretto e testimonia di un retaggio patriarcal/maschilista ormai desueto e insostenibile.

Non è giusto continuare a leggere termini come "uomini" al posto di "uomini e donne", oppure "lavoratori" invece di "lavoratori e lavoratrici", "studenti" invece di "studenti e studentesse", "ragazzi" invece di "ragazzi e ragazze", come se il maschile contenesse in sè anche il femminile.
Dopo tante battaglie che sembravano aver avuto un qualche effetto positivo, siamo ripiombati in un linguaggio discriminatorio e sessista. Sto parlando dell'allagamento del Liceo Parini a Milano. Quasi tutti i quotidiani, con l'eccezione de L'Avvenire, hanno scritto solo di "studenti" o "ragazzi". Anche le dotte analisi sociologiche sui giovani bulli privi di valori e di limiti, che di solito vengono pubblicate in circostanze simili, questa volta latitano. E quando ci sono, al solito, viene usato il maschile. Sarà mica perchè "delle cinque protagoniste dell'atto vandalico due soli erano ragazzi?"
Così, tanto per ristabilire un minimo di parità dopo tante discriminazioni!

A. Ermini

25/10/2004