Condannato dall'assoluzione

"Il tribunale conferma l'affidamento alla madre, rimettendo alla volontà della minore eventuali, futuri rapporti col padre".

Che storia è questa? E' la storia di un papà bresciano, Roberto B., accusato, nel 1996, dalla ex compagna, di molestie sessuali sulla loro figlia di 4 anni.
Roberto dopo quasi dieci anni è assolto in entrambi i gradi di giudizio "perché il fatto non sussiste". Ma in questi 10 anni la bambina (oggi ragazza tredicenne) è stata affidata alla madre, con la proibizione per il padre di vederla.
Dice Roberto in una intervista a Bresciaoggi del 5 agosto 2004: "Avevo lasciato una bimba con la quale, prima della decisione di allontanarla da me, avevo un ottimo rapporto. Ho trovato una ragazza che mi ha dato del lei e mi ha detto: 'Non è mio padre, è un mostro'.
Ma quanti sono i casi come questo? Casi in cui anche l'assoluzione si trasforma in una condanna, bene espressa dal tribunale per i minorenni che giunge a consigliare all'innocente Roberto di comprendere che "una propria temporanea rinuncia a far valere il proprio diritto in sede giudiziaria è l'unica possibilità a lui rimasta perché un giorno la figlia possa spontaneamente ravvicinarsi a lui".