Figli e videogames? Una guida per i padri

I tuoi figli vogliono continuamente l’ultimo videogame in vendita? Passano tutto il loro tempo incollati alla consolle? Hai vietato loro di giocare e l’effetto è stato quello di spingerli a traslocare dall’amico vicino di casa? Hai dubbi sull’effetto diseducativo di questi media? Hai l’impressione che perdano tempo utile allo studio? Forse questi consigli possono esserti utili…

a cura di Antonello Vanni (collaboratore della Lista per il padre
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

Innanzitutto informati con attenzione sui videogiochi che destano l’attenzione dei tuoi figli: siti internet sul tema, riviste, copertine dei giochi stessi, pareri dei genitori dei loro amici… permettono di farsi una prima idea sui contenuti del gioco che i tuoi figli vorrebbero acquistare. Qual è il tema trattato? Sono presenti scene di eccessiva violenza o di pornografia che non si addicono ai valori morali cui vuoi educare i tuoi ragazzi? Il linguaggio dei personaggi è accettabile o spinge a comportamenti comunicativi che ritieni poco educati? Sono presenti scene che spingono all’uso di alcol o droghe? E questo gioco per quali età sarà più adatto? Un buon modo per valutare la validità di un videogioco è quello di conoscere alcuni sistemi di analisi e valutazione proposti da enti come l’Entertainment Software Rating Board (http://www.esrb.org/ratings/ratings_guide.jsp) che offre anche una chiara spiegazione dei descrittori di contenuto presenti sulle confezioni dei giochi.

Gioca con i tuoi figli: questo non solo è un modo per passare del tempo con loro, ma ti dà anche la possibilità di capire veramente la qualità dei videogiochi, perché hanno tanto potere di attrazione, che effetto hanno sui ragazzi, se determinano in loro comportamenti negativi o, invece, se possono essere utili alla loro maturazione cognitiva. Ricordati anche che molti di questi videogames sono costruiti “per livelli” da raggiungere obbligatoriamente prima di concludere la sessione e “salvare” la partita: ecco perché bisogna chiamarli centinaia di volte quando la cena è pronta o bisogna insistere lungamente per farli andare a dormire.

Mettiamo ora che il videogame tanto desiderato sia in sé accettabile: vorresti comunque che i tuoi figli passassero meno tempo davanti a uno schermo o a un pc. Che fare? Stabilisci precocemente regole e limiti per l’uso, anche perché è molto più difficile farlo dopo, quando i figli sono cresciuti e hanno passato ore e ore di gioco con un joystick: fin da piccoli devono sapere 1) che prima si fanno i compiti 2) che prima si adempie ai propri impegni quotidiani, che comprendono anche la cura della propria persona, della preparazione della cartella, del mantenimento di un ordine sufficiente del proprio ambiente… 3) che ci sono tempi stabiliti oltre i quali non si deve andare. Solo a queste condizioni si gioca. A questo proposito tieni conto che l’American Academy of Pediatrics consiglia: di limitare il tempo davanti allo schermo a meno di due ore al giorno e di non collocare consolle nelle camere da letto dei figli (fatto che li ridurrebbe fuori controllo genitoriale e li spingerebbe a giocare fino a tardi perdendo ore preziose per il riposo). Ricordati infine di far rispettare con fermezza queste regole, magari spiegandole e ripetendole con frequenza: il cedere o il manifestare incoerenza è diseducativo e pone la figura paterna come modello inconsistente, poco credibile e non realmente interessato al bene dei ragazzi.

Trova alternative valide: i genitori che conoscono i loro figli, e ne conoscono passioni e interessi, possono proporre hobbies, sport, attività o iniziative capaci di sostituire il “parcheggio” dei videogiochi. Queste alternative sono valide soprattutto se condivise: diventano l’occasione per passare più tempo insieme, dialogare, discutere problemi e conoscersi autenticamente, soprattutto laddove i figli stiano vivendo il tortuoso percorso dell’adolescenza.

Mantieni un atteggiamento positivo e di apertura rispetto alle novità, anche tecnologiche: è impossibile proteggere i figli in ogni situazione e da tutti i pericoli, ma essere padri attenti e informati, coinvolti come figure educative capaci, è sicuramente un modo di guidare i figli che garantisce loro una crescita in maggiore serenità.

Per approfondire questi argomenti si veda il capitolo Le “nuove dipendenze”: tra Internet, cellulari e videogames nel libro: A. Vanni, Adolescenti tra dipendenze e libertà. Manuale di prevenzione per genitori, educatori e insegnanti (San Paolo, 2009, www.antonello-vanni.it ). Segnaliamo poi il sito del Center on Media and Child Health di Harvard (www.cmch.tv), uno studio dell’American Academy of Pediatrics sul tema “associazione tra televisione, film, uso di videogames e rendimento scolastico” (http://pediatrics.aappublications.org/cgi/content/abstract/118/4/e1061), e le linee guide di questa Associazione circa la necessità di limitare il tempo di esposizione dei figli ai videogiochi: http://www.sciencedaily.com/releases/2008/04/080416081631.htm

Comunicazione a cura della Lista Per Il Padre

già promotrice del “Documento per il padre” http://www.claudio-rise.it/documento_per_il_padre.htm

[14 ottobre 2008]