Lutto

Cari selvatici,

leggo le cifre ufficiali del ministero della Sanità: dal 1978, anno di approvazione della legge sull’aborto, al 2001, sono 4.255.005, i bambini eliminati nel grembo materno. E questo solo fino al 2001, e solo in Italia. Uno dei paesi a più alto reddito e istruzione del mondo. E la strage continua. E’ l’olocausto, sono le foibe, la pulizia etnica o di classe dei giorni nostri (vedi per esempio www.abortionno.com). Come sempre giustificato in nome della Scienza, della Ragione, della Libertà, del Diritto e di numerose altre Nobili Cause. Da riconoscere crimine contro l’Umanità, però fra trent’anni. Intanto una conquista di civiltà, superiore. Anzi, normale. Che fa compiere alle donne un definitivo e irrinunciabile passo verso l’Emancipazione.
Ma nessuna maggioranza democratica o nazionale o di classe, o di sesso, è mai riuscita a legittimare moralmente l’assassinio cambiandone il nome, magari in diritto. La legge cambia, il senso di giustizia nel cuore umano resta immutato. Come la colpa per chi lo viola. E le conseguenze che fatalmente derivano. Penso che noi maschi e padri siamo collettivamente feriti da questa strage, siamo collettivamente malati nel profondo per questi innumerevoli figli i cui volti e i cui destini abbiamo distrutto. E rimosso. Ma sono presenze ineludibili, senza tempo, che chiedono giustizia. E gli unici a essere stati rimossi siamo noi stessi: di fronte alla Vita oggi, per Legge, abbiamo meno diritti dei cani di strada. Io propongo di dedicare un giorno alla memoria di questi figli uccisi. Un giorno di lutto, di pentimento, di rispetto per le vittime. Un antichissimo, originario e fondamentale gesto di verità, di giustizia e di riparazione. Un gesto di riconciliazione, di affetto e amore paterno per questi figli, rifiutati e perduti. E di pace per noi. Un giorno che riapra il nostro cuore alla fiducia nel futuro, a giorni dall’aria pura, da respirare con gusto.

Cesare