Sposarsi a 40 anni?

Il Corriere del 2 Aprile ha un servizio, a cura di Daniela Monti, in cui si parla dei maschi che intorno ai 40 anni decidono di sposarsi.

In realtà l’età media in cui un uomo si sposa è 30 anni e mezzo, due in più di vent’anni fa, mentre la tendenza a rimandare il matrimonio è più frequente fra managers e liberi professionisti. Come sempre in questi casi, anziché ascoltare direttamente dagli interessati le motivazioni di quella decisione, la parola viene data agli “esperti”, donne in maggioranza, che fra di loro hanno pareri discordanti, ma per lo più improntati a diffidenza.

Per lo psichiatra e psicoterapeuta Giacomo Dacquino, anche se i matrimoni contratti in età avanzata durano nel tempo, non sono unioni felici. “Sono narcisisti, spiega, scambiano la coppia per una medicina, usano la famiglia per calmare l’ansia, smettono di fare i single per scelta razionale, non perché ci sia stata una maturazione affettiva.”

Dacquino parla di “Sindrome preclimaterica, di Peter Pan che una mattina si svegliano e sentono le proprie certezze traballare, gettandosi alla ricerca di una compagna per tamponare l’improvvisa crisi d’identità.

Non così si esprime la sociologa Rosantonietta Scramaglia, che sostiene- “ Finchè un uomo trova gratificazione nel vecchio mondo che si è creato, non riesce nemmeno a prendere in considerazione l’idea di una famiglia. Bisogna aver voglia di cambiare, mettersi in discussione.”

La psicologa Chiara Simonelli, infine , interpreta in questo modo il pensiero maschile –“Pensano, mi sono divertito, ho vissuto tutte le trasgressioni, adesso ho voglia d’altro” - Secondo la Simonelli i trentenni che invece hanno accettato la convivenza, e magari un figlio, sono poi più assenti, defilati. La stessa però, di fronte alla domanda sull’affidabilità dei neosposi quarantenni, sembra contraddirsi. “Sono uomini che non spostano il loro baricentro: vogliono acquisire nuove funzioni senza rinunciare alle vecchie. Il matrimonio è un progetto tutto loro. Le donne dicono: se mi sposo, cambio vita. Loro no: si sposano ma continuano a fare le stesse cose di prima. E questa, per le mogli, è una bella delusione.”

Fin qui l’articolo. Noi vorremmo porre alcune domande agli “esperti” diffidenti:

1) Esiste per un maschio, per puro caso, un modo per non incorrere nei vostri strali? Se si sposa giovane cerca la mamma, se si sposa adulto è un narcisista.

2) E’ così sorprendente in questa società (che per noi è sbagliata), che ci si dedichi prima alla carriera, per la quale moglie e figli potrebbero costituire un impedimento, e poi, raggiunta la solidità economica, si pensi a formarsi una famiglia? Non vi siete mai accorti che chi non ha soldi e successo è considerato, prima di tutto dalle donne, una specie di nullità?

3) Da sempre è in uso dire che è pericoloso quel marito che da giovane “non ha corso la cavallina”. Com’è che le cose sono improvvisamente cambiate, e dalle vostre parole sembra vero il contrario?

4) Non avete mai preso in considerazione il fatto che a forza di leggere di uomini rovinati da separazioni e divorzi (richiesti per il 75% dalle mogli), ed espropriati dei propri figli, i maschi comincino a nutrire una certa diffidenza per il matrimonio? Noi non diciamo che sia giusto così, ma psicologi e sociologi seri dovrebbero prendere in considerazione anche questo aspetto.

Notiamo infine che, come al solito, quando è una donna che rimanda il matrimonio per la carriera o semplicemente per “divertirsi”, viene considerata un’alfiera della emancipazione femminile. Perché se lo fa un uomo, è semplicemente un narcisista Peter Pan? Non è che pensiate per caso alla “nuova coppia”, in cui lei è osannata donna in carriera, mentre lui le si dedica amorevolmente, lasciando perdere la sua? E siete così sicuri che una donna che si sposa decide di “cambiare vita”? A noi sembra il contrario. Le donne che si sposano vogliono tutto, sul lavoro ed in famiglia. E se non ci riescono pace, si può sempre divorziare, tanto c’è chi paga. Credeteci, per i mariti è “una bella delusione”.

Armando Ermini