Sesto incontro: La leggenda di MasticaLiquidi (ovvero cosa succede quando la Legge dell'uomo ti allontana dalla Natura)

A dire la verità questa non è una leggenda ma una storia vera! Se qualcuno avesse l’occasione di visitare Castel Rodengo in Val Pusteria (BZ), ad un certo punto della visita guidata rimarrebbe, con tutti gli altri visitatori, a bocca aperta nell’ascoltare la curiosa storia di Mathias Perger soprannominato Lauterfresser (masticaliquidi o masticabrodo). Quest’uomo era figlio di un povero boscaiolo. Viveva rusticamente, ed amava passeggiare nei boschi.

Era esperto di erbe medicinali i cui segreti donava alla gente allorché passava vicino a Rodengo. Poiché però si recava assai raramente in chiesa, e aveva sempre sottobraccio una Bibbia luterana fu preso di mira da coloro che vedevano streghe e magia nera dappertutto. Soprattutto in chi viveva nei boschi ed amava i poteri meravigliosi e benefici della natura. Mastica-Liquidi venne imprigionato nell’ottobre del 1645 all’interno del castello di Rodengo in una cella tutta particolare che la Guida del castello è orgogliosa di presentare ai visitatori incuriositi. La cella, una piccola cella, è nel bel mezzo del cortile del castello. E’ tutta lastricata di pietra nudissima, soprattutto davanti all’ingresso. Secondo gli inquisitori infatti Mastica-Liquidi aveva il potere di trasformarsi in un animale qualsiasi semplicemente toccando con i piedi l’erba verde. Per evitare che si trasformasse in qualche strano animale, tipo drago o grifone, e fuggisse seminando distruzione venne allontanato in tutti i modi possibili dall’erba. Dopo il processo (di cui, caso raro per l’epoca, si conservano perfettamente gli Atti con tutte le domande e le incredibili risposte di Mastica-Liquidi), fu trasportato in un pentolone di rame al rogo ed ucciso. Ma ecco cosa succede a chi rimane quando si allontana l’uomo da ciò di cui è figlio (l’erba, la natura): pare che un uomo solo e rattristato, con un tormento senza fine, compaia di notte nel castello con un rotolo in mano. E’ colui che si prese la responsabilità di decidere la fine di Mathias: in mano il rotolo con le Leggi artificiali a cui si appellò per la sua decisione. Qualcosa non ha funzionato bene. Sono le Leggi in nome delle quali, a scapito della spontaneità umana e della selvatichezza, si compiono atti di cui poi l'anima si pente. Perché invece “la Legge è ciò che dovrebbe fare da ponte tra l’uomo e la Natura” (Claudio Risé), naturalmente a doppio senso di circolazione.Volete un'altra storia? Cliccate qui per vedere cosa fa Il Selvatico ai tipi troppo avidi:

L'Uomo Selvaggio e i due pastorelli

Il Castello di Rodengo è noto anche per gli affreschi non restaurati del XIII sec.sul ciclo di Ivano e l’incontro con l’Uomo Selvaggio, descritto in termini di identità maschile da Claudio Risé ne Il Maschio selvatico, Red, Como.

Sul Castello l’ottima pubblicazione:Stampfer H., Castel Rodengo. Storia e arte, Pluristamp, Bolzano, 1998.
E’ possibile contattare il Castellano per farsi raccontare la storia di MasticaLiquidi telefonando allo 0472454056.

Cfr. anche Bosc O., L’uomo della foresta. Un approccio alla figura dell’Anarca in Ernst Junger, SEB, Milano, 1998. Contiene una possibile idea di interpretazione della Legge su suggerimento delle leggi naturali.

Biblio sulle leggende del Selvatico:

Bly R., Per diventare uomini, Milano, Mondadori, 1992. Il poeta e psicanalista americano rielabora la fiaba Il rugginoso (Giovanni di ferro) dei fratelli Grimm.

Dal Lago-Locher, Leggende e racconti del Trentino Alto Adige, Newton Compton, Roma.

Gatto Chanu T., Leggende e racconti della Valle d'Aosta, Roma, Newton Compton, 1992. Contiene la leggenda di Poguel de Grinda, vero Selvatico.

Grimm J.W., Il rugginoso, in Fiabe, Torino, Einaudi, 1951. Anche in Fiabe italiane raccolte e trascritte da Italo Calvino, Torino, Einaudi, 1956.

Merci L., Le più belle leggende dell'Alto Adige, Trento, Manfrini Editori, 1990. Contiene la leggenda del pastore avido scorticato dall’uomo selvatico, tutta una parte sui Selvani, riferimenti a San Cristoforo, alla statua del selvatico a tre teste posto in un incrocio di Bressanone.

Messner R., Yeti leggenda e verità, Feltrinelli, Milano, 1999. Lo Yeti è infatti uno stretto parente dell’Uomo Selvatico.

Von Franz M. L., Le fiabe interpretate, Torino, Boringhieri, 1980. La quaternità psichica di cui fa parte il Selvatico.