Sentieri di guerra - 2

parole

 

di Paolo Mombelli

 

Mio nonno materno è morto quando io avevo 5 anni. Non ricordo altro di lui che tre cose.
Reduce dalla Grande Guerra,quando si affacciò al cancello di casa avvolto in un mantello sporco e a brandelli, con la barba lunga, magrissimo, tremante, la voce flebile e le lacrime agli occhi, mia nonna non lo riconobbe,e credendolo uno dei tanti mendicanti forzati di quegli anni, senza aprirgli, gli disse di aspettare che gli avrebbe dato qualcosa da mangiare. Lui abbassò lo sguardo e con un filo di voce le disse: "Giulia,sono io, Battista". A volte mi raccontava le battaglie a cui aveva partecipato.In particolare ne ricordo una,per la conquista di una postazione di mitragliatrici austriache su una montagna di cui ho perso il nome.

 

 

 

 

parole

 

 

Decine di assalti dal basso, correndo in salita, fucile e baionetta. Dopo diversi giorni conquistarono la postazione. All'inizio della battaglia erano un migliaio,alla fine poche decine.Lui era invalido di guerra,zoppicava e si sosteneva con un bastone. Un giorno, dopo che insistetti a lungo, mentre eravamo soli (perchè secondo me le donne di casa non lo avrebbero permesso), acconsentì a farmi vedere le ferite. Terribili buchi, caverne nella carne e tra le ossa della coscia. Misi la mano in uno dei buchi ed oltrepassai la coscia uscendo dall'altra parte.

Imparai la storia, il coraggio,l'eroe e le sue ferite. Imparai la mia ferita, mi rimase chiaro, da quel giorno, da dove venivo, pensai che avrei dovuto lottare per tutta la vita.

[29 maggio 2007]