Guido Venturini: “è l’albero che ha scelto me”

Intervista dei Maschi Selvatici all’artista della mostra “L’asse del mondo” (Faenza, 1-18 settembre 2017)
Leggi tutto...La Wilderness del mondo anglosassone, o Wildnis nel mondo germanico, è la “terra selvaggia” non condizionata dalla presenza dell’uomo, è la “natura incontaminata” non organizzata dall’essere umano: un aspetto fondamentale del mondo esterno, risorsa simbolica di sovrabbondanza naturale, diversità di forme, colori, suoni, luogo del dispiegarsi numinoso delle forze di vita e di morte. Visitando con devozione la “terra vergine” i Maschi Selvatici si propongono di far risuonare spiritualmente dentro di sé le forze inesauribili della natura primordiale: la Wilderness non è infatti soltanto un paesaggio esterno, ma è anche una dimensione della personalità umana di ogni tempo, è il nucleo di forze istintuali, spirituali e vitali, represse dalla “civilizzazione delle buone maniere” con i suoi dispositivi artificiali di controllo, e spesso soffocate anche sotto depositi culturali e tradizioni “museali”.
La Wilderness rappresenta il polo Altro, e trascendente, rispetto alla storia umana, e in quanto tale è spazio fortemente dinamizzante. Il ricorso alla natura incontaminata come luogo di conoscenza della realtà e delle spinte vitali è oggi indispensabile esperienza per dare pienezza alla nostra vita, personale e collettiva, e dunque restituire salute e dinamicità anche alla nostra civiltà.
Intervista dei Maschi Selvatici all’artista della mostra “L’asse del mondo” (Faenza, 1-18 settembre 2017)
Leggi tutto...L’esposizione “L’asse del mondo” di Faenza presenta l’ultima ricerca pittorica di Guido Venturini, una riflessione sul tema dell’albero. Come sempre Guido Venturini spinge l’indagine fino ai grandissimi formati a lui cari e qui ben rappresentati.
Leggi tutto...Condividiamo, complimentandoci, dalla newsletter degli "Amici della Natura - Saviore":
Leggi tutto...(A cura di Bolpin)
La sopravvivenza di una città dipende dai boschi che la circondano. Una regione in cui una foresta primitiva affondi le proprie radici nel materiale decomposto di un’altra foresta primitiva è un territorio che favorisce non soltanto la fioritura di grano e di patate, ma anche di poeti e di filosofi per le generazioni a venire.
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