"Papà, l'hanno poi uccisa quella ragazza?"

di Max Fiorin

Ieri pomeriggio sono andato a fare un giro in centro con mia moglie, e con il secondo dei miei figli, che ha otto anni.
In fondo alla viuzza che scorre di fianco alla prefettura (via Santa Croce, non del tutto a caso ...), ci siamo imbattuti in un paio di poliziotti che improvvisavano un blocco del traffico, e non facevano transitare nessuno davanti al portone del Palazzo del Governo.

Abbiamo quindi parcheggiato nelle vicinanze, e poi siamo tornati lì a piedi. Davanti al portone c'era un piccolo schieramento di polizia in assetto antisommossa.
I soliti cassintegrati, ho pensato io. E invece, proprio in quel momento stava arrivando un silenzioso gruppetto di una cinquantina di persone, età media sui trent'anni, che in testa portava un piccolo striscione con scritto "Eluana non mollare".

Oh, bene, una manifestazione per la vita. Ma perchè davanti alla prefettura?
Poi, passando di fianco al silenzioso corteo, ho visto che nelle mani non stringevano rosari, bensì dei cartelli bianchi con la solita cagnara politica: "Giorgio non mollare", "Berlusconi giù le mani dalla costituzione", "l'Italia é un Paese laico", e roba così.

Poichè mia moglie, mio figlio, e io stesso che lo tenevo per mano, in quel momento eravamo gli unici passanti, appena i manifestanti ci hanno visto hanno voltato i cartelli verso di noi, e ci hanno guardati in silenzio.
Erano quasi tutti vestiti di nero, come dei preti, e in fondo a loro modo lo erano. Il loro silenzio era lugubre, e non si capiva se erano più imbarazzati loro, o noi che li guardavamo esterrefatti.

Allora mia moglie, donna d'altri tempi benchè ancor giovane, e con solido senso pratico, ha detto ad alta voce: ma questi sono proprio scemi... pretendono pure di essere qui in nome di Eluana? Che poi, cosa dovrebbe fare Eluana per "non mollare"? Far capire che vuole suicidarsi? Sputare il sondino o cercare di staccarsi la lingua a morsi?...

Vedendo la scena di quella piccola turba, che rovesciava completamente il senso della realtà - come del resto è nella strategia di fondo del principe di questo mondo - sul momento mi è venuto da pensare al "crucifige" urlato nel cortile del pretorio (che in effetti era proprio la prefettura del tempo ...).

Così ce ne siamo andati via, un po' per non rischiare che ci scappasse di urlar loro qualcosa, e un po' per un istintivo senso di protezione verso il bambino.
Allora ho pensato che davvero - per quelli che hanno conservato il senso del soprannaturale - da tempo non capitava di poter vedere satana in azione così scopertamente, come in questa vicenda.
Ma non dico satana in senso metaforico, come immagine del male, no no... in corteo assieme a quell'ambulanza che viaggiava di notte (di notte, ovviamente, a lui mica piace agire alla luce del giorno ...) da Lecco verso Udine si poteva vedere proprio il principe di questo mondo in persona.

Lo si vedeva mentre incedeva in parata, con tanto di diavoloni e diavolacci con il forcone che gli facevano corteo, mentre il servizio d'ordine dei diavoletti provvedeva a mettere in squadra tutti quelli che, dai lati della strada e davanti alle tv, assistevano compiaciuti al viaggio della morte.

E' il continuo rovesciamento della realtà e del senso comune che rivela la sua presenza scatenata. Ed è ancora la stessa storia di quei primi anni del Cristianesimo: una storia di gente che si ostina a dichiarare morta una persona che invece vive, mentre i farisei continuano a stracciarsi le vesti contro chi non rispetta l'osservanza del sabato (c'è una sentenza! c'è la Costituzione! siamo in uno stato di diritto!) e si scandalizzano di colui che insegnava che il sabato è per l'uomo e non viceversa.

C'è persino chi, con alle spalle la figura del principe che ghigna beffardo sulla stupidità umana, pretende anche di zittire tutti quanti con la sua morale rovesciata: "quella ragazza sta subendo un'inaudita violenza!"
Ma come? La fanno morire di sete e poi alla fine quelli che le usano violenza saremmo noi?

Ritorna così identico a se stesso quell'antico dialogo nel tempio di Gerusalemme:
"Mosè non vi diede la legge? Eppure nessuno di voi pratica la legge. Perchè cercate di uccidermi? Rispose la folla: Tu hai un demonio, chi cerca di ucciderti? ... "
Già, chi cerca di uccidere Eluana? Sono tutti per la giustizia, per la legge, per la Costituzione, e pure dalla parte del povero padre che usa la compassione che gli è dovuta come una clava, non solo sulla vita della figlia, ma anche nei confronti di tutti coloro che obiettano...

Ecco, ho sempre pensato che ci fosse in Berlusconi molto di più di quello che appare.
Non è un cattolico (e chissenefrega), ma ora questa mossa del decreto legge - dove secondi fini politici ne poteva avere ben pochi, visto che se vuole governare in pace non aveva nessun interesse a fare incazzare Napolitano - lo ha consacrato quanto meno come un Giusto, in senso biblico.

Uno di quelli che gli ebrei moderni, dopo la Shoah, invitavano con tutti gli onori in Israele, a piantare un albero anche se non faceva parte del popolo eletto. Uomini così li invitavano in quanto, di fronte all'incedere del male, ciascuno di loro si era rivelato un Giusto. Uno di quelli ai quali non si seccheranno mai le radici. Perchè chi salva una vita umana, salva il mondo intero.

E dall'altra parte, Caifa si è appellato alla legge. Alla ragion di Stato. E gli ha dato l'identica risposta che diede al sinedrio: "voi non capite, è meglio che un uomo solo muoia per il popolo...", mentre il corteo dei farisei era già pronto a schierarsi con lui, con frange e filatteri in bella vista, finanche scendendo in piazza a difesa della Costituzione.
Nonostante che tutto si possa dire, tranne che stavolta quello che ha messo in discussione la sacra Carta - usurpando una responsabilità che in effetti era affidata al Governo, così come un potere di controllo che senza dubbio sarebbe spettato al Parlamento e alla Consulta - sia stato il solito bonapartista di Arcore.

E vien da pensare alle parole di Massimo Caprara, che subito dopo che Caifa fu innalzato a capo del sinedrio ricordò - lui che lo conosceva bene - che tanti anni prima, ai tempi dell'invasione dell'Ungheria, anche quella volta poteva parlare, poteva firmare.
Ma si rifiutò e rimase fedele all'ordine di partito...

"...Voi vi sdegnate perche' ho risanato un uomo di sabato? Non giudicate dall'apparenza ma giudicate con giusto giudizio!". Disse il Giusto ai farisei che lo volevano condannare perchè non rispettava la legge, e da uomo che era si faceva Dio.
C'è tutto quell'antico dialogo che si tenne poco meno di duemila anni fa, nel cortile del tempio, in questa vicenda di Eluana.

Una storia che si ripete nei suoi aspetti umani, ma anche giuridici: "ora voi cercate di uccidermi (secondo la legge!) perché la mia parola non trova posto in voi ... anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!... Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste... Perché non comprendete il mio linguaggio?
Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro.
Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.... ".

Omicida e menzognero, fin dal principio.
Colui che rovescia la verità.
Che vuole la morte dell'uomo, e la chiama vita. Che vuole l'ingiustizia, e la chiama legge. Che si atteggia a vittima di violenza, ed è il carnefice.

Tornando a riprendere l'auto, la sera, siamo ripassati davanti alla prefettura. La piccola folla ovviamente si era già dispersa da tempo. "Papà, l'hanno poi uccisa quella ragazza?", mi ha chiesto il bambino.

[16 febbraio 2009]