Bambino interiore, bambini veri

Fabio Barzagli

Cari Selvatici,
oggi guardavo mia figlia giocare. Quale cosa incredibilmente bella è. Poche sono le cose così fantastiche e meravigliose. Uno spettacolo e miracolo della natura. Quale privilegio vederla mentre cresce, gioca, e nei suoi semplici gesti ci ricorda da dove siamo venuti, quello che siamo stati, puri e ingenui, pochi pupazzi ci facevano star bene e costruivamo attorno tutto un mondo di felicità e novità, alla scoperta dell'invisibile, con emozione e stupore. ("lo stupore infantile" - E. Zolla)

Una capacità di crescita e di costruzione che da adulti spesso dimentichiamo, avere figli forse è un dono che ci ha fatto Dio e la Natura per ricordarcelo, e riappropriarci dell'Anima nostra perduta.

Il vero lato bambino, non bisognoso e lagnoso di cure ed attenzioni, il lato sacro, il mistero della sua così forte voglia di vivere, della sua grande capacità di socializzare e imparare, di non avere pregiudizi, di donare sorrisi e gioia. Se ascoltiamo questo bambino interiore forse sarà più facile abbandonare la materialità, consumismi, manie di accumulo di cose, di persone, e anche un pupazzo e un animale, una donna, un amico, li vedremo per quello che sono: un infinito valore. Non ci sembrerà più di avere poco, di "doverci accontentare perchè la vita è limitata", ma quelle poche cose, quelle poche persone ci parranno fonte di ricchezza, baciati dalla Dea Fortuna, apprezzeremo che in ogni cosa, in ogni uomo e donna, c'è la possibilità di mille vite, a noi scegliere la più bella, longeva, avventurosa, amorosa, felice, una storia che trascorreremo, scriveremo e vivremo assieme, felicemente.

Senza timore riscopriamo la purezza del bambino interiore e di tutti i bambini che abbiamo ricevuto dal cielo, ora che siamo uomini, sapremo accoglierli, sapremo proteggerli dal mondo, sapremo portarli sulle spalle al di la dal fiume come fa il buon selvatico, e loro ci doneranno l'energia e l'amore per la vita.

Metaforicamente (ma poi non così tanto) la nostra lista, il nostro cerchio di uomini, è un po' come un grande villaggio di uomini selvatici, giovani e adulti, un posto ben protetto e fortificato, dove l'armonia, la cultura, la conoscenza e gli istinti scorrono come scorre un fiume la cui acqua dissipa ogni sete, anche quella di conoscenza e serenità. In questo villaggio i nostri bambini interiori, finalmente giocano, nella ritrovata semplicità delle cose genuine, e poi corrono, parlano, in pace, rispetto e libertà. Questa è la nostra salvezza.

Roberto Argiolas

Le tue parole caro Fabio mi hanno profondamente emozionato!!!
Riportano ad una semplicità e ad una genuinità che solo i bambini conservano in modo così spontaneo. Mi immedesimo in te e in quello che provavi osservando tua figlia giocare.
Non ho figli (ancora), spero un giorno questo desiderio di paternità si possa realizzare.

Paolo Ferliga

Caro Roberto, è un augurio che da vecchio padre, mio figlio ha ormai 21 anni, faccio a tutti. La sua nascita per me è stata l'esperienza più forte della mia vita, paragonabile per intensità solo a quella della morte.

Paolo Mombelli

Caro Fabio, ho letto con emozione il tuo racconto. Oggi, tornando in macchina dal lavoro, pensavo che la mia vita, da quando sono nati i miei piccoli uomini (Stefano 8, Andrea 5), è più ricca, i miei sentimenti di uomo più differenziati e a "banda larga",cioè mi ritrovo nello stesso tempo più istintivo (con loro) e più riflessivo (per loro). Non c'è mai stata nella mia vita una sensazione di crescita e di incremento di vitalità come in questi ultimi anni. Eppure il tempo passa e sto invecchiando,ma anche questo mi da energia! Stavo pensando questo, sono arrivato a casa ed ho trovato la tua storia in lista. Sincronicità ?

Fabio Barzagli

Caro Paolo, credo si tratti dell'impetuoso, potente e creativo "inconscio collettivo maschile" la vera forza di cui Claudio con passione tanto ci ha raccontato nei suoi libri. Leggendo le vostre e-mail, questo inconscio, questo archetipo atavico dell'uomo "donatore e protettore della vita" lo ho sentito tanto forte da travolgermi.

Portarlo nel cuore vuol dire vivere trascendendo il nostro misero e limitato ego, è questo forse il terzo occhio di cui parlano gli orientali, apertoci per guardare al mondo nelle tre splendide dimensioni di cui è fatto, lavorare e vivere per se e per gli altri allo stesso momento, in ogni gesto, in ogni progetto, tu vivi per me, ed io per te, d'improvviso i 1000 rematori della nave che sembrava stanca hanno ritrovato all'unisono la direzione, la giusta vogata, la nave ora prende velocità, diventa inarrestabile, invincibile, e va senza paura verso la sua terra d'approdo.

A Roberto dico che il suo è più che un semplice e già bel desiderio, mi sembra piuttosto che tu abbia svelato a te stesso, e con emozione, la tua vera natura, le nostre strade sono già segnate quando iniziamo a leggerne i simboli, e la tua pare un strada di onore, di vita e di creazione dalla quale inevitabilmente non potrai scampare. La verità per quanto la si voglia mascherare, evitare, ritorna sempre, attraverso le nostre emozioni, ed è bello ascoltarsi, è bello poterci fare questi doni meravigliosi che sono le nostre emozioni. Sono felice, per te, anche io sentivo questo fuoco bruciare dentro, buona fortuna, perché un giorno (se già non ti è successo) troverai una donna di valore come te, che come te avrà coltivato negli anni, nel suo profondo, questo silenzioso, intimo desiderio di vita, e accadrà ancora una volta quella magia che si ripete dalla storia del mondo.

Armando Ermini

Anche per me la nascita di mio figlio fu esperienza fortissima. Poi però qualcosa si ruppe, non nei suoi confronti ma nella mia vita, o forse semplicemente affiorò ciò che era già dentro di me. Era fatale che ne risentisse anche il mio modo di essere padre, ed ancora mi porto dietro quegli anni, con le ferite che stentano a cicatrizzarsi. Credo che il mio impegno nei maschi selvatici abbia anche un significato riparatorio. Per questo sono felice nel vedere giovani padri consapevoli, i cui bambini, sono certo, cresceranno nella serenità, pur con tutti i problemi che la vita propone.