Il bianco, il rimosso, il sangue

Di Alberto Ferrari

Un uomo, in Norvegia, ha ucciso con una bomba e un mitra oltre 70 persone.
La notizia a mio avviso può essere letta anche con il prezioso bisturi dell'analisi junghiana. Pensiamo alla Norvegia: un paese pacifico, lindo, dove la natura impera, la parità assoluta tra uomo e donna è sancita dalle leggi, sono riconosciute tutte le forme di libertà civile. Tutti biondi, belli, con gli occhi azzurri.
Appunto. Per me, che pure non conosco a fondo la società norvegese e che quindi pecco certo di grossolanità, è però evidente un fatto: la rimozione dell'ombra. Se la società, la politica, i massmedia e il senso comune di un'intera Nazione si riconoscono in un modello di progersso infinito ed indefinito, dove tutto ciò che è detto o scritto va riconosciuto come lecito in quanto frutto di un'individualità a sè stante e concepita come ab-soluta, libera dal Tutto e da tutti, mi pare quasi inevitabile che un bel giorno un pazzo, catalizzando le energie rimosse di un Paese, si svegli e uccida i suoi rappresentanti, oltretutto appartenenti al partito che più inneggia alle libertà civili. E' come se quell'uomo avesse preso alla lettera, ripercuotendoli contro di loro, gli slogan di totale liberazione proposti come giradischi rotti da molti di quei politici: posso fare quello che voglio? Allora non solo scrivo su internet deliranti parole di estrema destra inneggianti al Nazismo, ma pure passo alla pratica ammazzandovi tutti, o almeno il più elevato numero di voi che a me è possibile - e mi vesto da Poliziotto, cioè da rappresentante dell'ordine e della sicurezza di uno Stato.
E' la vecchia ma sempre attuale storia della rimozione dell'Ombra, del dark side of a nation. Se non si accetta il proprio lato oscuro, cercando di integrarlo nel proprio sè più profondo, prima o poi esso emergerà prepotentemente scatenandosi furibondo. Il poeta e saggista Robert Bly anni fa parlava dell'America reaganiana come di un impero che proiettava il proprio lato oscuro fuori di sè, nella Russia Sovietica considerata come il ricettacolo di ogni nefandezza; allo stesso modo, aggiungeva Bly, l'URSS proiettava i propri inconsci desideri scagliandosi contro il capitalismo americano. Ora: forse la Norvegia proiettava la propria paura del selvatico, dello sporco e dell'oscurità dell'anima umana nella propria ricercata perfezione di un lindore 'civile' in fondo esteriore e superficiale...
I tratti genuini e positivi di un popolo (l'amore per la natura, la spontaneità non ricercata, l'autonomia dei singoli contro il concetto di grande famiglia e di grande madre omnivori) possono degenerare quando diventano ideologia razionalistica ed efficientistica. Come sempre si dice: troppa luce acceca.


Forse gli scandinavi tendono ad essere supercivilizzati perché in fondo sanno di essere barbari. ok
Non sottovalutiamo però che ad uccidere è stata una ideologia di estrema destra, malata e psicopatica.
Cioè, da quello che scrivi sembra sia colpa delle vittime. Mentre cose tristemente analoghe
sono successe in paesi come gli USA (quanto di più diverso dalla Norvegia: dove i soldi del petrolio, per esempio, anziché finire nel fondo pensioni nazionale, cioè in favore di tutti, di solito finiscono a qualche privato concessionario)
Anche troppa oscurità acceca.
M.


Quella di Alberto non mi sembra affatto una legittimazione, Massimo, né un tendere ad incolpare le vittime.
E' una lettura/spiegazione di un fenomeno, e a me sembra una lettura ben fondata e molto valida.
Al proposito, non ricordo dove, Jung scrisse che un archetipo, se ignorato e rimosso, tende a riemergere con violenza e, soprattutto, attraverso i suoi aspetti più negativi e perversi.
Jung fu accusato di essere nazista, solo perchè disse che nei sogni dei suoi pazienti di cultura tedesca stava riemergendo Wotan, e quello era il segnale che il nazismo corrispondeva al riemergere di un archetipo rimosso.
Per me sta accadendo ora la stessa cosa, e ritengo anche io che l'archetipo dell'Eroe, e quello del Padre, rimossi dalla nostra coscienza e dalla nostra cultura, stanno cominciando a riemergere nei loro aspetti più violenti e più cupi.
GG


Comunque non siamo andati affatto lontani, quando abbiamo ipotizzato un emergere di un Padre rimosso:
"Jen Breivik" (il padre dello sterminatore norvegese) "ha poi aggiunto che stato il figlio a voler troncare i contatti e ha detto: «Non abbiamo mai vissuto insieme, abbiamo avuto solo qualche contatto quando era bambino, fino al 1995. Da piccolo era un ragazzo normale, ma solitario. Non era affatto interessato alla politica». "
http://www.corriere.it/esteri/11_luglio_25/oslo-udienza-casa_793c3bfe-b695-11e0-b3db-8b396944e2a2.shtml
L'assenza del padre è sempre un fattore di terribile rischio.
Questo è uno dei tanti che si aggiunge alla casistica dei fatherless con gravissimi problemi psichiatrici o criminali
GG


Caro Massimo, felice di leggerti di nuovo!
Spero che tutto ti vada al meglio.

Per quanto riguarda la tesi di Alberto, è molto interessante ma rischia di essere molto parziale data la scarsità di notizie che ancora si hanno.
Il fatto che non si sia suicidato al termine dell'atto, che abbia potuto far fuori un così alto numero di vittime, che abbia studiato nel dettaglio la situazione italiana e ipotizzato attacchi al Papa, ai partiti e alle raffinerie italiane, tutto fa pensare che più che un gesto folle di una persona isolata, possa anche essere un'azione di un gruppo internazionale di terroristi di estrema destra.
F.


http://tv.repubblica.it/dossier/oslo-attentato-norvegia/francia-la-polizia-interroga-il-padre-e-sotto-shock/73276/71567

Padre e figlio non avevano contatti dal 1995, quindi da quando il ragazzo aveva quindici-sedici anni (ora ne ha trentadue).
Per di più, il padre e la madre del ragazzo hanno divorziato poco dopo la sua nascita.
Un iter terribile e ben conosciuto
GG


Sono molto interessanti le tue considerazioni, Gaetano, su Jung e l’avvento del nazismo. Ora però mi chiedo: tu, nella tua vita professionale di psicanalista-psicoterapeuta o comunque di studioso in generale della materia, hai mai avvertito segnali simili, sulle nostre problematiche? Ti chiedo questo non solo per mera curiosità scientifica, ma perché uno degli aspetti che mi connotano nel dibattito (anche sull’altra lista) è questo: è che io ritengo che e determinate cose nel rapporto uomo – donna non si aggiustano, prima o poi arriva il caporale austriaco (o islamico, o come vi pare): cosa che alla fine noi – padri ANCHE di figlie femmine – non vorremmo. Cosa ne pensi? Cosa ne pensate tutti? Secondo me questa prospettiva è quanto mai concreta.
C.
Caro Carlo, forse l'ormai tristemente noto assassino pensava anche lui che prima o poi sarebbe arrivato un 'caporale islamico' (vedi le sue deliranti 1500 pagine)..
Ci sono segni e segnali preoccupanti, ma non mi pare sia in vista addirittura un nuovo Mullah Hitler.. semmai, mi piacerebbe sapere che cosa tu intenda per 'determinate cose nel rapporto uomo-donna' che porterebbero a questo rischio.
A.


Hai scritto: "Ci sono segni e segnali preoccupanti, ma non mi pare sia in vista addirittura un nuovo Mullah Hitler"... non ho detto questo, nessono finora si è arrogato la posizione di caporale Hitler; anzi mi integgogo in merito, perché è uno scenario posibile, anzi probabile, nel futuro. La tua è una dlle risposte: "nessun caporale allì'orizzonte." Tifo per la tua risposta, anche se non ne sono convinto. Ma avanti le prossime.
Hai scritto: "semmai, mi piacerebbe sapere che cosa tu intenda per 'determinate cose nel rapporto uomo-donna' che porterebbero a questo rischio"
E c'è bisogno di dirlo?
C.


Mi permettete un cambio di prospettiva? se non vado errato a fronte di un caporale austriaco ci sono masse di umiliati e disorientati come i tedeschi dopo la prima guerra mondiale. I macellai umani, differentemente dai macellai di bestie, sono anche l'incarnazione del sogno, che ha assunto forme pervertite, di riscatto di milioni di persone. Altrimenti come può un caporale ex pittore di quadretti da fiere di paese, diventare padrone e signore delle coscienze di tanti bravi padri e madri di famiglia (per inciso: sembra che Hitler abbia scritto nei suoi programmi che conquistato il cuore delle casalinghe tedesche il gioco era fatto)? e come può un macellaio macellare persone senza che nessuno muova un dito? io non sono stupito più di tanto del x' un pazzo si sia armato per "purificare il mondo" come per esempio l'emblematico protagonista di "taxi driver". Sono stupefatto che centinaia di giovani maschi, politicamente organizzati, riuniti in comunità, con coscienza politica a quanto pare ispirata ai valori di solidarietà, non abbiano trovato in 90 minuti (abbiamo presente che cosa sono novanta minuti?) e in un'isola tutto sommato di estensione sufficiente per organizzare una riunione qualsivoglia, la capacità di abbozzare la benchè minima reazione (che non fosse la fuga) a difesa di se stessi e delle ragazze. Forse che in Norvegia fare il maschio a difesa di sè e delle donne, nessuno sa più farlo? è comunque certo che se succedeva una cosa simile fra i ragazzini delle scuole elementari ai miei tempi di una qualunque borgata di Brescia, abituati com'erano alle sassaiole di quartiere (i miei amici c'entravano infallibilmente a dieci/quindici con una pietrata i grossi ratti che uscivano dal torrente Garza di Borgo Trento) il killer matto lo facevano a pezzi in qualche decina di minuti. Del maschile restano insomma o contadini pazzi, come già i caporali pazzi, a diventare i posseduti dell'ombra del maschile o poveri capri espiatori che si fanno scannare? del resto questi eventi assomigliano davvero ad eventi di possessione.
C.
P.S.: Come del resto sembra risultato di una possessione femminile di massa i sei milioni di figli massacrati nel ventre delle madri senza che nessuno abbia nulla da dire.Non so dirvi perchè ma mi viene in mente che ci sia un nesso tra questi due tipi di massacri.


La Norvegia pare essere uno dei Paesi culturalmente piu’ matrizzati del mondo. Dicono che la cosa nasca in tempi antichi perche’ gli uomini erano in gran parte assenti perche’ andavano per mare, con quel che ne consegue, ma e’una cultura che continua in tempi moderni.
Gia’ negli ani’80 avevano un’altissima percentuale di donne in politica e al lavoro.
E’ un Paese luterano, tra i primi a introdurre il divorzio no-fault (addirittura nel 1927), da cui ne conseguono bassissime percentuali di matrimoni, e legislazione femminista: sono stati i primi e i piu’ intransigenti a introdurre le quote nei CdA. Sono anche stati, dopo la Danimarca, i primi al mondo a introdurre le “nozze” gay.
Pare che in Norvegia siano strati i primi a inventarsi una parola nuova al posto di “marito”, che sta per “persona con la quale ho pattuito di trascorrere stabilmente un periodo determinato della vita”. Mi dicono pero’ che non esista il corrispondente per “moglie”.
Detto questo, in effetti quando uno comincia a sparare all’impazzata con un mitra, organizzare una reazione a sassate puo’ essere davvero complicato anche per dei vichinghi incazzati e dotati di elmo con corna.
Magari sottovaluto la tostaggine dei bresciani, che saranno di certo piu’ tosti dei norvegesi, ma cosi’ a occhio non mi pareva.
Ma in effetti a quanto pare i ragazzi erano piu’ di quattrocento, e solo meno di un quarto e’ stato ucciso.
M.

caro Ferrari, credo che Cesare t'abbia risposto. Come ha risposto a me.
C.

PS: un consiglio, prima di tutto per me stesso (per te non mi permetterei mai): impariamo. E mettimo a frutto, se ne siamo capaci.
Sì, Carlo, c'è bisogno di dirlo, di essere precisi, di nominare le cose. Davvero, non per polemica, non ho compreso il tuo ragionamento.
Cesare, il tuo intervento mi trova concorde, oggi c'è un articolo di Feltri che si pone lo stesso interrogativo sulla mancata reazione del gruppo, concludendo che appunto di gruppo non si trattava, perchè (aggiungo io) il senso dell'amicizia, dell'appartenenza, dell'onore oramai sono viete etichette cui purtroppo si dimostra affezionato solo qualche pazzo di estrema destra, disperatamente in cerca di valori forti come i tedeschi prima della guerra... Non voglio appiccicare etichette, credo che se il raduno fosse stato del partito di destra o persino dell'esercito sarebbe successo il medesimo fuggifuggi; credo che il problema sia generale e antropologico e però non penso che la soluzione stia in un qualche nuovo partito o associazione: la società complessa esige risposte complesse, che per esempio non equiparino l'aborto, tremenda piaga ma fenomeno articolato, a questi omicidi di massa di natura profondamente diversa... Forse, nella società liquida, la risposta deve necessariamente partire dall'individuo, da un profondo lavoro psicologico su di sè, e da una sua estensione alla società tramite piccoli gruppi come il nostro e quindi la rete, e dalla rete alle reti, e magari allora sì, fondendosi nel mare magnum dei diversi campi del sapere e delle professioni, negli ambiti lavorativi, ecclesiastici, associazionistici: ma non anteponendo il mezzo al fine. Mi rendo conto che appunto la questione è complicata, ed anche su questo mi piacerebbe sentire le vostre voci.
A.Di Alberto Ferrari


 

Segnalo a proposito questo articolo di Gaetano Giordano, apparso sul suo blog.
http://mobbing-genitoriale.blogspot.com/2011/07/gli-eroi-perversi-di-una-cultura-senza.html
l'accenno a Jung ed al suo scritto su Wotan mi sembra quanto mai opportuno. A chi interessasse, suggerisco di andare sul sito Il Covile, scorrere l'indice e leggersi i numeri sui Movimenti Moderni. In particolare il 626 e 627. C'è anche il saggio di Jung oltre ad altri articoli fra i quali anche i miei.
A.

Grazie. Erano idee che mi frullavano in testa da un po' di tempo.
Devo però dire che sento l'articolo in parte almeno come frutto di tutti noi.
Di Alberto, perchè ha comunque fornito per primo lo spunto, questa mattina.
Poi tuo, perchè mi hai dato diversi spunti, e comunque un po' di tutti. Mentre lo scrivevo, sicuramente un po' posseduto da qualche maniacalità, sentivo molto forte questo aspetto di scrittura in condivisione, di gruppo.
GG


Grazie Gaetano, interpreti correttamente il mio pensiero, credo che addirittura Jung predisse il Nazismo già in anni precedenti al regime, con fondate preoccupazioni sugli incubi dei suoi pazienti..
D'altronde sapevo che il mio commento avrebbe suscitato perplessità anche su questa lista, come si dice ho voluto lanciare il sasso nello stagno. Ora, posso e voglio precisare che ovviamente ritengo quel folle ingiustificabile (tanto più che trattasi in gran parte di 'lucidissima follia', appunto anche qui fin troppa luce che toglie spazi al dubbio socratico); soffro e prego per le vittime che tali sono e che ci fanno sentire tutti scandinavi; provo però cristiana pietas anche per quell'uomo, che ora se non ben seguito sarà ancora più solo e prigioniero della sua tenebra: perchè, Massimo, anche troppa oscurità acceca, come tu sostieni giustamente.
A.


Maledetto il Paese che non ha bisogno di eroi!
Brecht davvero toppò alla grande, affermando il contrario in una frase tristemente proverbiale.
Grazie Gaetano per questo tuo altro contributo. Anch'io avevo letto, apprezzato ma trovato incompleti gli articoli che tu riporti.
Sarebbe interessante parlare anche dell'Eroe Contemporaneo, di chi può esserlo oggi e con quali strumenti... perchè la sfida è non solo dare un nome al rimosso, come stiamo tutti facendo (e se lo facesse anche qualche giornale sarebbe già tanto), ma anche proporre modelli positivi, affascinanti e coinvolgenti - senza cadere nell'ideologico o nella vuota retorica. Difficile, neh?
A.


A proposito di paesi nordici e di eclissi del maschile circola da qualche tempo In un mondo migliore (2010). E' un film che fa pensare e se ne possono dare letture controverse, ma che se ne dica la chiave risolutiva di tutte le situazioni è quella che la regista (Susanne Bier) pone nelle mani del padre. Infatti è solo quando lui riconosce e affronta virilmente la realtà del male, della violenza, degli "stronzi", che tutte le vicende in crisi trovano soluzione: il rapporto con la moglie, il rapporto col figlio, la rabbia del ragazzino che ha perso la madre, e anche la situazione nel campo Africano dove faceva il medico missionario (intelligente l'aver posto un parallelo al di fuori dell'ambito familiare e sociale, come a voler dire che è questione "universale").
Anche qui, come nel famoso Into the wild o nel recente The tree of life, a smascherare i giochi falsi e le illusioni dei grandi sono spesso le azioni e le parole dei figli giovani. Il titolo in lingua originale è Haevnen che vuol dire Vendetta, giocando con le lettere ci ho visto anche un "heaven" il falso paradiso di un mondo perbene, pulito, dalle buone maniere.
R.


A proposito dell'argomento "istinto maschile alla difesa", ho inviato questo messaggio a "ilGiornale" ( su articolo di Magdi Allam):
"Dei Paesi scandinavi si tende a dare un'immagine 'politicamente corretta' di comodo. Unni Wikan, prof.ssa di antropologia sociale all'Universitàdi Oslo, alludendo all'immigrazione senza regole favorita dal Partito Laburista (70% di donne, multiculturalista e per l'immigrazione senza regole, mentre il Partito del Progresso, 70% di uomini è per una regolarizazione dell'immigrazione) accusa chiaramente: "Il femminismo norvegese, terzomondista e multiculturalista ha pesanti responsabilità nel fatto della riduzione dei Norvegesi a semplici etnie fra tante, spesso sovrastate (vedi Malmoe) da Curdi e Somali e nella quadruplicazione degli stupri operati dagli immigrati. La risposta degli uomini scandinavi a queste continue aggressioni è inesistente per l'influenza delle idee fortemente antimaschili diffuse dalle femministe negli ultimi decenni. L'istinto protettivo maschile che dovrebbe difendere la Nazione non si manifesta perchè le donne nordiche hanno lavorato senza soste a sradicarlo, assieme a tutto ciò che fa parte della mascolinità tradizionale. In questo modo il femminismo ha indebolito mortalmente Scandinavia e Occidente."
Unni Wikan ha detto chiaramente: "Ora le donne norvegesi debbono adattarsi alla situazione (creata da loro) che vede culture diverse preponderare sulle autoctone e debbono vestirsi e agire di conseguenza (in pratica, portare il velo se vanno con un islamico, evitare minigonne e comportamenti libertini e alcool)." Si tratta dell'articolo "Il futuro delle donne" a cura di Guglielmo Piombini, apparso sulla rivista "Il Domenicale" del 28.07.2007.
L.


Un contributo interessante all'interpretazione del personaggio Breivik di Massimo Introvigne.
Lo trovate qui
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2011/7/26/ATTENTATO-OSLO-Ecco-cosa-c-e-nella-testa-di-Breivik/196632/
Ciao
F.
Cari selvatici, molto interessanti le riflessioni che a partire dall'intervento di Alberto Ferrari fino all'ottimo intervento di Gaetano Giordano "Gli eroi perversi di una cultura senza padri e senza eroi", si sono sviluppate in lista sulla terribile vicenda Norvegese. Oltre alle osservazioni già fatte aggiungo che mi ha particolarmente colpito che Ander Brivik abbia scelto come vittime della sua follia dei giovani socialdemocratici impegnati politicamente. Come se il lato oscuro e distruttivo del padre rimosso si fosse ripresentato nella veste di Crono che divora i suoi figli per impedire che prendano il suo posto e favoriscano il cambiamento.
Su Jung e il nazismo segnalo un mio intervento pubblicato sulla rivista Reset nel 2003 oggi sul mio sito: http://www.paoloferliga.it/pubblicazioni/12-jung-antisemita-unaccusa-infondata.html<
P.


Stavo pensando alla vicenda della mancata reazione delle centinaia di giovani all'azione durata ben 90 minuti del killer sull'isola norvegese. è indubbio a mio avviso che il Killer Anders Behring Breivik, armato fino ai denti, e che ha ucciso ben settanta ragazzi senza incontrare la minima reazione, pone la domanda di quale componente psicologica paralizzante era dotato. E la risposta non può essere soltanto che lui era armato e gli altri erano inermi: ben altri nermi in situazioni ben peggiori hanno comunque reagito. Nè bisogna dimenticare, nel cercare di rispondere alla domanda, che Breivik era vestito da poliziotto e come tale rassicurava i ragazzi. Dunque Breivik è solo Cronos che divorea i suoi figli che pigoland o a diciott'anni si fanno mangiare come pulcini?
X me la figura di Brei vik è più problematica e si i bravi i ragazzi socialdemovcratici si sono trovati di fronte finalmente disvelata la violenza della Grande Madre che li ha castrati fin da piccoli? Ciao C.