Il Principe di questa Terra e la sua corte
Dunque alla fine di una lunghissima battaglia politica si diventa Presidente della più ricca, democratica e potente nazione della Terra.
Uno pensa: adesso sapienza, virtù e pietà umana, là dove possibile, almeno verso gli inermi, Obama, colui che è diventato il capo di questa nobile nazione che è l’America, si sentirà in dovere di testimoniarli; e si circonderà di persone capaci individualmente di grandezza prima di tutto verso il seme dell’Uomo, il concepito, a significare la sapiente umana grandezza collettiva con cui la nazione americana opererà nella Storia. Così penserà di tutte le persone che il Presidente ha chiamato al suo fianco.
Come la signora Dawn Johnsen che ha compiuto lunghi, severissimi studi che le hanno permesso di ripercorrere l’origine, lo sviluppo del pensiero giuridico fino a diventarne autorevolissimo rappresentante e docente; di lei uno non può non pensare altro se non che tutelerà il diritto del più debole; e come pensare che Kattlehen Sebelius, altra consigliera di Obama, non si spenda a tutela del suo prossimo che deve nascere fino a consumare ogni energia della sua forza fisica e morale e anche oltre, attingendo alla sua fede, lei che , da cattolica professa, fa della figliolanza di ognuno dalla paternità divina il cardine del propria rapporto con Dio e canone d’amore di ogni istante della propria vita; e per di più per proprio merito è posta al vertice della organizzazione che tutela la salute di tutti e si è assunta davanti al popolo il compito di tutelare la vita di chiunque da ogni male; e chi non guarda con fiducia a Nancy Ann-DeParle, certo che tuteli l’amore di ognuno per la vita nascente, nominata a capo di un gigantesco progetto di riforma della assistenza sanitaria americana; e che dire di Ellen Moran chiamata all’altissima responsabilità di essere la voce del governo del popolo americano, in qualità di responsabile della comunicazione della casa Bianca; quel popolo che si propone come provvidenziale guida morale ed etica dei popoli della Terra: non darà voce ad altro che non siano appunto parole di giustizia, umanità e pietà; uno pensa poi che Melody Barnes chiamata alla presidenza dell’organismo che ha per compito la tutela e il sostegno della famiglia, guardi ai figli che stanno per nascere in seno alla famiglia come la ragione stessa della comunità familiare, il suo fulcro e il suo senso; lo stesso di Jeanne Lambrew, assistente della casa Bianca per le riforme sulla salute: si può forse pensare che escluda dalla più ferma difesa proprio la salute del concepito? E che pensare di Margaret Hamburg , a capo della Food and Drug administration, a tutela che nessun farmaco, nessun cibo sia veleno per l’uomo: mai che autorizzerà la somministrazione di veleno RU486 ad una donna incinta perché annienti chi protegge e alimenta nel proprio ventre; e di Elena Kagan scelta da Obama a capo della avvocatura dello Stato, carica nota anche come decimo giudice della Corte Suprema, proprio lei autorizzerà l’aborto, ogni aborto, con i fondi dello Stato?
Melanne Verveer è stata invece chiamata a dirigere il nuovo ufficio che si occupa della questione femminile all’estero: si affiancherà di certo alle donne straniere, spesso poverissime, per aiutarle a far nascere il figlio invece che offrire loro i mezzi per distruggerlo.
Come Tina Tchen, avvocato di Chicago, responsabile del consiglio presso la casa Bianca per l’assistenza delle donne e delle ragazze: di sicuro non significherà loro che abortire è esercizio di un diritto, bensì una tragedia umana che travolge il figlio, la madre, il padre e tutta la comunità. Così pensa chi si colloca nella tradizione dell’uso della ragione occidentale, la nostra ragione, quella per intenderci che dalla filosofia greca ad oggi è stata alimentata dalla passione potente per la vita, si è identificata in essa, ed si è interrogata con stupore sul Dio della Vita. Ed ha scoperto in essa e in Lui il fondamento stesso della più alta razionalità, per cui si è posta al servizio della vita con gioia e verità. Così penserebbe mio padre, così penserebbe mia madre e su per generazioni. Ma così non è.
Queste sono invece “Tutte le donne del presidente: l’agguerrito team abortista di Obama” come riporta Il titolo di un articolo de Il Foglio dell’11 aprile 2009. E perché sia chiaro di che cosa si tratta si parla non solo di aborto ma di aborto a nascita parziale: chi vuole informarsi cerchi in internet il termine nascita parziale. Proprio Obama, che tante speranze ha suscitato nel Mondo. Ma questo suo team è una manifestazione straordinaria di potenza maligna: quella che il potere ha di stravolgere nell’opposto il significato delle parole, il senso e il fine di ogni sapere e agire umano, nonché la missione delle pubbliche istituzioni. Un clamoroso paradosso di schizofrenia indotta dal potere celebrato davanti a tutti i popoli della Terra. Paradosso schizofrenico per cui ogni cosa mantenendo il suo nome originario è risolta nel suo contrario, perviene al suo contrario: la politica, il diritto, la fede, la medicina, la chimica, la giustizia, l’educazione, ognuno dei saperi umani conquistati con dolore e fatica dall’Umanità nei millenni, viene condotto alla sua negazione radicale. Tutti arruolati al servizio della morte del seme dell’Uomo.
Cesare Brivio
[21 maggio 2009]