Amarissima domanda

di Cesare Brivio

Su Avvenire di oggi, venerdì 28 luglio 2006, Lucetta Scaraffia nota che sono due donne le prime firmatarie del documento dell'Unione sulle ricerche embrionali, la Binetti e la Pollastrini, e sottolinea il carattere simbolico di questa firma al femminile. Lo sottolineo anch'io. Suscita angoscia scoprire che sono appunto le donne di potere le meno presenti sul fronte a difesa della vita. Anzi sembrano essere in prima linea, sia nei luoghi decisionali, come per esempio la Turco alla Sanità, sia nella elaborazione teorica e legislativa, nell' avallare, proprio con l'immagine tradizionale della tutela materna della vita, gli attacchi più spietati alla vita stessa. Dobbiamo pensare che appartengano alla ormai vastissima area del “femminismo inconsapevole”, diventato lo strumento e alleato principale di giganteschi interessi economici e di potere che intendono portare a termine il progetto di radicale reificazione e mercificazione della vita umana? O si tratta di consapevole scelta operata dalle donne Leader del movimento femminile per cui si può concludere che il genere femminile, nelle sue più qualificate e attive rappresentanti di maggioranza, quando è chiamato a decidere, avendone il potere e la libertà, dei fondamenti della vita, esprime sulla stessa una concezione del tutto riduttiva e della vita decide in base a criteri di strumentale utilità? Già la prima domanda è amara, quest’ultima è amarissima: di quelle che fino all’ultimo ci si impedisce di porre e non si vorrebbe aver mai avuto motivo di porre.

[31 luglio 2006]