Sentieri di guerra – I

immagini di guerra

 

di Marco Baldassari

 

Venerdi scorso ero nel reparto di geriatria dove e' ricoverato mio padre e nei letti adiacenti stavano due della classe 1918 di 8 anni piu' vecchi del mio vecchio. Uno cieco da non so quanto tempo, aveva una fibra incredibile e raccontava della guerra. Si parlava del pilotaggio e lui ha cominciato a raccontare dei suoi sette anni in aviazione, due all'aeroporto di caselle e i cinque di guerra in Libia. Anche mio padre era stato in Libia con la scuola in viaggio premio, prima del conflitto, ma non riusciva a ricordare nulla. Quel reduce descriveva ogni situazione e ogni bombardamento come se fosse avvenuto ieri e si parlava di aerei a elica e mitragliatrici che sparavano calibri da fucili.

 

 

 

 

parole

 

Mentre scappavano da un mitragliamento aereo il suo compagno ha trovato un buco nel tacco del suo scarpone. oggi non ne sarebbe rimasto nulla dello scarpone. Mi parlava del deserto e dei datteri appena colti, del suo lavoro di recupero di almeno due cadaveri ogni giorno per cinque lunghi anni. Era davanti a me, vivo e asciutto, calmo e sereno, in attesa di ritornare a camminare. Sua nipote, isterica come una vipera, sbraitava contro tutto l'ospedale e lui pazientemente cercava di calmarla. Poi, verso le 13,30 sono passati a prenderlo per portarlo in una struttura di riabilitazione e non lo vedremo mai piu'. Ho visto un pezzo della nostra vita, di quando vivere era ancora qualcosa di umano e profondo. Sentire il mio vecchio parlare con chi era stato in mezzo alla guerra ha azzerato il tempo, per me e anche per lui, che e' tornato per quel breve spazio di tempo ad avere gli occhi brillanti di un azzurro che da troppo tempo si era coperto di grigio.
Per uno spazio di alcune ore ho desiderato essere in mezzo a una guerra vera, con sudore e pallottole vere, non di carta.